Il “mistero” di Obama

Alla fine è girato tutto attorno a Obama ed è stato il “mistero” di Obama che alla fine ha deciso l’esito delle elezioni della scorsa settimana. L'analisi di LORENZO ALBACETE

Alla fine è girato tutto attorno a Obama ed è stato il “mistero” di Obama che alla fine ha deciso l’esito delle elezioni della scorsa settimana. Mi ricordo di aver scritto su questo nel 2008, durante la campagna di Barack Obama prima contro altri Democratici nelle primarie, poi contro il senatore John McCain, che conosceva Obama in quanto entrambi membri del Senato. Allora scrissi della frustrazione di molti dei suoi avversari politici nel cercare di catalogarlo secondo le usuali categorie di progressista, conservatore, moderato, socialista, radicale, rivoluzionario, con il complesso del messia, anticristo, straniero, anti-americano, etc.

Molte di queste definizioni sono chiaramente ridicole, ma indicano la reazione a qualcosa che si presenta come diverso, che forse si può riassumere nella sua razza, nei suoi nomi e nella sua storia esotica, anche geograficamente per i luoghi dove ha vissuto, che per molti suona allarmante e minacciosa. Sembra, tuttavia, che Obama e i suoi più stretti collaboratori abbiano concluso che questa immagine misteriosa potesse aiutarlo sul lungo termine, pur cercando di cancellare i suoi elementi più dannosi e a ciò ha provveduto talvolta personalmente lo stesso Obama, come nel caso dei suoi rapporti con il Reverendo Jeremiah Wright. Questa sottofondo, guidato e posto sotto controllo, ha continuato ad essere presente durante la sua presidenza e nella campagna elettorale appena conclusa. Sarebbe interessante sapere se la situazione a Chicago sia stata diversa un tempo e come lì Obama abbia coltivato questo alone di mistero. Un mio conoscente, bene addentro la politica di Chicago, mi ha detto: “Non c’è nessun mistero attorno a Obama. E’ solo uno dei tanti politici di Chicago, forse il più colto, quindi pericoloso quando viene sfidato da uno ugualmente o maggiormente colto”.

Adesso, ad elezioni avvenute, è chiaro che questa aurea di mistero è stata un fattore importante nella rielezione di Obama. Lo si può vedere nello stato di scioc di molti dei suoi più accaniti oppositori, che sembrano e parlano come quei sacerdoti pagani della Bibbia le cui divinità non erano state capaci di dimostrarsi più potenti di Javeh. 

Infatti, assolutamente convinti della sconfitta di Obama, molti suoi avversari appaiono del tutto stupefatti per la sua vittoria. Da dove viene il suo potere? Chi è costui, sembrano chiedersi. In un articolo della scorsa settimana sul quotidiano elettronico Politico, Jonathan Martin ricorda la famosa critica teatrale e cinematografica Pauline Kael, che, dopo l’elezione di Nixon, scrisse di non riuscire a capire come questo avesse potuto accadere, dato che aveva incontrato una sola persona che aveva dichiarato la sua intenzione di votarlo.

Martin osserva che il ristretto, e ideologico, gruppo di amici della Kael ricorda il “bozzolo” di fonti di notizie dal quale dipende il giudizio politico di questi conservatori. E’ così che sono diventati tanto certi della sconfitta di Obama da non riuscire ora a capacitarsi della sua vittoria: il mistero di Obama ha colpito ancora! Purtroppo, anche molti cattolici sembrano sorpresi e cercano di comprendere i motivi di questa vittoria, invece di vedere in essa la opportunità per capire la cultura di Obama ed esporla alla luce di Cristo nella Nuova Evangelizzazione.

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