Quest’anno vivo l’Avvento pensando a mia madre. Una «ragazzina» di quasi 87 anni, piena di passioni, interessi, scoperte e fede. Non è però stata sempre così. Ebrea, cresciuta negli orfanatrofi e nelle case di accoglienza fra New York e il New Jersey durante la grande crisi degli anni Trenta, ha imparato presto a sopravvivere usando le persone attorno a lei come strumenti per assicurarsi il necessario. E quella non era certo la migliore preparazione per fare la mamma.
Spesso mi ha raccontato di un episodio accaduto qualche anno dopo la nascita dell’ottavo figlio, mentre lavorava part time presso una scuola-riformatorio per ragazze, una sorta di carcere minorile femminile. Come segretaria della scuola, aveva il compito di verbalizzare gli incontri ufficiali. Fu così che partecipò alle deliberazioni sulla sorte di una ragazza apparentemente “rieducata”. C’era chi voleva farla uscire, ma altri fecero notare che, nonostante avesse imparato a rispettare le regole, quella ragazza persisteva nel manipolare tutti per i propri scopi, e perciò decisero di tenerla dentro. Mia madre rimase stupita da quella decisione, non avendo mai immaginato che ci fosse un altro modo di trattare le persone. Dopo quell’episodio si mise alla ricerca di una strada di cambiamento, provando la meditazione induista, lo yoga e la New Age.
Dopo il mio primo anno di seminario, Massimo Camisasca, che era il mio superiore, venne in California per conoscere la mia famiglia. La sua visita fu all’origine della conversione di mia madre, che decise di diventare cristiana e di entrare nella comunione cattolica. Pian piano, nel corso di questi ultimi ventiquattro anni, lei è cresciuta continuamente nello stupore della promessa della vita che si compie in Gesù Cristo. Spesso una persona che va avanti negli anni percepisce più facilmente la limitatezza delle cose, perdendo la curiosità davanti alla realtà. Mia madre, invece, ringiovanisce, sempre più curiosa. La scoperta della presenza del Signore la porta a guardare in avanti con passione. I motivi di rimorso non le mancano. Non ha dimenticato il dolore che ha provocato nelle persone care, eppure prevale in lei il senso del destino buono promesso da Colui che sta in mezzo a noi. È continuamente stupita dalla promessa e dalla pienezza rivelate nella bellezza della natura, nella letteratura, nei film, e nelle persone che passano per il suo piccolo appartamento.
La prima venuta di nostro Signore Gesù Cristo ha tirato fuori il mondo dal rimorso e dall’odio per i delitti imperdonabili, dal peso insopportabile del passato. Ha cambiato la realtà stessa, rendendoci capaci di credere con speranza nella sua promessa e di non essere schiacciati dai limiti di ogni cosa creata, i limiti che ci minacciano con la morte. Guardando come mia madre vive l’Avvento, mi viene il desiderio di vivere così anche io. E vorrei che tutti potessero vivere la stessa giovinezza nella fede in Gesù Cristo.