Dopo settimane di critiche, l’Amministrazione Obama ha proposto quello che definisce un “adattamento” alle critiche, provenienti dai vescovi cattolici e da altre parti, alla nuova norma federale che impone a ospedali, istituzioni caritatevoli e università a base religiosa di fornire ai propri dipendenti, senza loro partecipazione al costo, polizze assicurative comprensive della contraccezione.
La nuova formulazione dovrebbe permettere ai datori di lavoro contrari per questioni religiose alla contraccezione la stipulazione per i loro dipendenti di polizze assicurative separate, liberando così queste organizzazioni dal dovere di fornire direttamente polizze relative al controllo delle nascite. Questa “soluzione” non solo consentirebbe alla Amministrazione di sostenere che sta rispettando la promessa di fornire “cure sanitarie preventive” a tutte le donne, ma darebbe anche tempo ai vescovi di affrontare il fatto che probabilmente la maggior parte dei cattolici americani non ritengono sbagliata la contraccezione, compresi, ho il sospetto, un numero non piccolo di preti.

Riuscirà questo aggiustamento a soddisfare le critiche al presidente, ponendo fine alla controversia che, nelle ultime settimane, ha messo in imbarazzo entrambe le parti? Riuscirà a soddisfare i sostenitori di Obama e i suoi finanziatori che vorrebbero che smettesse di nascondere le sue più intime convinzioni? Permetterà ai cattolici che appoggiano la contraccezione, preti e laici, di accantonare questo tema che ha danneggiato l’unità ecclesiale fin dalla condanna della contraccezione nell’enciclica Humanae Vitae di Paolo VI? Almeno per il momento, non sembrerebbe che questo tema stia per essere abbandonato, anche se non è mai stato molto importante al di fuori degli ambienti dei cattolici impegnati, dei movimenti femministi e dei media.

Questo presunto adattamento è “inaccettabile”: “Nella teologia morale cattolica c’è un principio semplice”, dice Tom Crowe in Catholic Vote, “se uno sostiene concretamente il peccato grave di un altro e lo facilita coscientemente, diventa anch’egli colpevole di quel grave peccato”. Qual è la differenza tra chiedere alle istituzioni religiose di informare i loro dipendenti su dove trovare la copertura per la contraccezione e pretendere che la forniscano direttamente? In entrambi i casi, il governo costringe i cattolici a “sostenere un atto altamente immorale”. Ciò rimane “una violazione della libertà di religione. Compromesso o aggiustamento, è comunque inaccettabile”.

Durante un lungo dibattito alla MNSBC (canale televisivo digitale) nella trasmissione Morning Joe condotta da Joe Scarborough e Mika Brzezinski, quest’ultima ha espresso il suo dissenso verso l’affermazione di Peggy Noonan, del Wall Street Journal, che l’Amministrazione Obama, su questo tema, sta disinformando il pubblico in modo “malizioso”. Noonan ha risposto con una lezione sul modo in cui la Casa Bianca sta travisando l’argomento per ragione politiche.

Noonan ha poi chiesto a Joe Scarborough: “A questo punto dello scontro, credi che la casa Bianca, la National Abortion Action Rights League e Planned Parenthood abbiano deciso, per malignità e per vantaggi politici, di presentare questo intricato problema come un semplice disaccordo sulla contraccezione? (Pensi che) la Chiesa cattolica stia tentando di cancellare la contraccezione? Che quei cattivi stiano tentando di far confusione sulla contraccezione?”. Scarborough ha risposto: “Sì”. Noonan ha replicato: “Non si tratta di questo, non è attorno a questo che avviene lo scontro e si è creato il pasticcio. Ma quello che stai suggerendo, se non mi sbaglio, è che le motivazioni politiche stanno intorbidando la questione in questo modo”.

Un po’ più tardi, dopo l’intervallo pubblicitario, Brzezinski è intervenuta dicendo: “Vorrei che mi spiegassi la scelta della parola ‘maligno’. Dai, Peggy!” Noonan ha risposto: “Malignità politica…” “Cosa?”, ha interrotto Brzezinski, “Cercare di ottenere dei contraccettivi?”. “(Si ha malignità politica) quando si prende un tema politico serio e lo si presenta e lo si disaggrega in un modo non vero, ma che può eccitare gente che si pensa intimamente non sia  informata”, ha replicato Noonan.

“Se la Casa Bianca trasforma questo tema in una discussione sulla contraccezione cosicché la gente normale che, ammettiamolo, ha un’attenzione marginale per i notiziari, che ha una vita reale e non è necessariamente interessata dai notiziari”, ha continuato Noonan, “se costoro cominciano a pensare ‘Aspetta un momento, c’è un branco di gente viscida che si oppone al mio diritto di andare alla mia farmacia e prendere contraccettivi’, se è questo che Joe dice intendono fare, beh, questa è pura malignità”.

Questo sembra lo schema in cui verrà costretto il dibattito d’ora in poi: contraccezione verso i diritti delle donne. I vescovi hanno ragione nel sostenere che è in discussione la libertà religiosa, tuttavia in questo scontro potrebbero trovare anche una opportunità per mostrare come il rifiuto della contraccezione è un passo sulla via per un vero rispetto e riconoscimento dei pieni diritti di tutte le donne, e degli uomini.