È iniziata ieri sera a Bruxelles la riunione del Consiglio europeo. Il primo dopo l’accordo siglato con il Governo greco che, dopo aver dato le necessarie garanzie di riforme e tagli strutturali per evitare il fallimento, riceverà ulteriori aiuti per 130 miliardi di euro.
Oggi la Grecia non sarà più in cima ai pensieri dei capi di Stato e di Governo europei. Si discuterà dei progressi della strategia Europa 2020 per crescita e occupazione. Si valuteranno in maniera accurata i progressi fatti dagli Stati membri per quanto concerne le riforme strutturali nell’ambito dei programmi di stabilità e convergenza voluti dall’esecutivo europeo.
La crisi ha determinato l’espulsione dal mercato di un numero imprecisato di lavoratori in tutta Europa, un’espansione senza precedenti degli ammortizzatori sociali, e ha aggravato l’esclusione delle fasce deboli del mercato del lavoro. Le prospettive di ripresa dell’occupazione paiono a tutt’oggi incerte, mentre il sistema economico è minacciato da ulteriori fonti di instabilità, forse in parte ancora non del tutto note.
La crescita è l’unico vero strumento che può restituire risorse e speranza all’Unione europea. Evitare di combattere fino in fondo questa grande battaglia, nella speranza di poter oltrepassare la crisi soltanto mettendo a posto i conti pubblici e fuggire dalle trasformazioni che ci circondano ci porterebbero comunque al fallimento. È il momento di riconoscere che, solo cambiando, l’Europa ritroverà la propria forza, il proprio ruolo, i propri ideali e, quindi, il sostegno popolare.
Ieri il Partito Popolare europeo ha definito la propria strategia in vista del Consiglio. Erano presenti a Bruxelles ben 17 Capi di Governo dell’Unione, oltre a Silvio Berlusconi, Pierferdinando Casini e Yevgenia Tymoshenko, figlia dell’ex Primo Ministro ucraino che è ancora in carcere a Kiev. A poche settimane dalla protesta al parlamento di Strasburgo promossa dagli eurodeputati del Popolo della libertà, Berlusconi ha proposto ieri la creazione di una commissione per consentire al Ppe di valutare “quali iniziative possiamo mettere in campo per aiutare Yulia Timoshenko”.
È stato un vertice molto positivo, il Ppe è compatto sulle misure che servono per aumentare l’integrazione europea e portare a compimento il progetto dell’Europa unita. Il cosiddetto Fiscal Compact, ad esempio, gode ormai dell’approvazione di tutti i leader del Ppe. Addirittura Angela Merkel ha dichiarato che questo costituisce un passo immenso, che è stato fatto in un tempo molto breve verso l’Unione politica europea.
È bene che nella riunione i protagonisti del Consiglio europeo tengano ben presenti le frasi pronunciate la scorsa settimana dal Presidente della Banca Centrale europea Mario Draghi, secondo il quale “il modello sociale europeo è superato, soprattutto di fronte ai drammatici tassi di disoccupazione giovanile”. Draghi ci indica chiaramente come ci sia il bisogno oggi di superare la contrapposizione ideologica tra statalismo e liberismo, che ci ha contraddistinto finora. Dobbiamo trovare nuove soluzioni virtuose che tengano conto di una diversa e più efficace idea di sviluppo.
La prima necessità è essenzialmente che sia messo al centro di ogni scelta politica ed economica il valore della persona. C’è soltanto un fattore che può alzare i livelli di occupazione e interpretare al meglio il monito a cui facevo cenno prima del presidente Draghi: la sussidiarietà. Dobbiamo ritenerci quindi all’inizio di un percorso di sicuro successo. Una sfida che nella quale il contributo di ognuno è indispensabile e irrinunciabile.