Papa Benedetto XVI è rientrato a Roma e, come promesso la settimana scorsa, ecco alcune ulteriori osservazioni sull’impatto negli Stati Uniti della sua visita in Messico e a Cuba.
Il vero impatto della visita del Papa, l’unico che veramente conta, non può essere però misurato, perché la sua potenza viene dalla Grazia. In questa prospettiva, sono sicuro che un grandissimo numero di santi in divenire sono stati riempiti di gioia e speranza seguendo la visita sui canali tv cattolici, con la loro fede rafforzata fortemente e teneramente dal successore di Pietro.
Al di fuori di una prospettiva di Grazia, la visita del Papa finisce stravolta dall’attenzione dedicata a crimini e politica.
Ai tempi della teologia della liberazione, Joseph Ratzinger era un eroe per la destra dello spettro politico, mentre a sinistra veniva considerato un traditore della ricerca di giustizia sociale; oggi la situazione sembra rovesciata.
Prendiamo per esempio quanto riportato sul giornale elettronico The Week: “Papa Benedetto XVI ha terminato la sua visita di tre giorni a Cuba, incontrando privatamente Fidel Castro, il malandato ottantacinquenne leader comunista che ha passato il potere al fratello Raul. Il Papa ha criticato l’embargo commerciale imposto dagli Usa, dicendo che queste sanzioni ‘caricano ingiustamente’ il popolo cubano, facendo solo vaghi inviti a una maggiore libertà e rifiutando di incontrare i dissidenti. Papa Benedetto ha voluto portare avanti la causa delle riforme dando un colpetto diplomatico al governo cubano, o ha evitato di parlare decisamente in favore dei diritti umani?”
Molti (a destra) pensano che il Papa abbia sbagliato: “Il Papa non è una figura politica”, dice Elliott Abrams su Council on Foreign Relations, “ma se può chiedere chiaramente la fine dell’embargo degli Stati Uniti, perché non può parlare con forza sul tema di gran lunga più fondamentale della libertà?”. Il regime castrista “ha colto l’occasione della visita papale per spazzar via i dissidenti con un ondata di arresti”, tuttavia il Papa non ha neppure affrontato la questione. Il suo silenzio “ può solo aver demoralizzato chi combatte e soffre per la libertà”.
Altri commentatori osservano che i discreti incitamenti di Benedetto possono invece aver spostato l’ago dalla parte della libertà. La lungamente attesa Primavera Cubana, è “in termini di cambiamenti politici ancora molto lontana”, secondo David Adams, Reuters, e niente di ciò che poteva dire Papa Benedetto avrebbe cambiato la situazione. Comunque, anche grazie alla sua sottile diplomazia, “la visita sembra aver assicurato un ruolo crescente alla Chiesa nella società e nella politica cubana, uno spostamento potenzialmente significativo nell’equilibrio delle forze in un Paese dove la fede religiosa era un tempo disprezzata”.
Questa visita di profilo elevato “ha permesso a ciascuno di dichiarare un’apparente vittoria”, dice Andres Oppenheimer su The Miami Herald. L’ottuagenario Castro ha dimostrato che loro “non sono dei paria internazionali, respinti da molti leader nel mondo” e cercherà di usare la visita del Papa per vantare “una maggiore apertura per attrarre investimenti esteri”. E i dissidenti hanno potuto dimostrare l’opposto, quando un dimostrante che aveva gridato “abbasso il comunismo” è stato “picchiato e arrestato di fronte alle telecamere”. Quindi, se da un lato il Papa avrebbe potuto fare di più, alla fine, la battaglia mediatica si è risolta in un “pareggio tecnico”. Come ha intitolato il Miami Herald: “Tutti hanno vinto , e perso, nella visita del Papa a Cuba”.
Il più violento attacco alla visita del Papa è apparso nella edizione spagnola del Miami Herald, in un articolo di Bernadette Pardo. Facendo riferimento al testo del Vangelo sulla relazione tra verità e libertà nella Messa celebrata in Piazza della Rivoluzione all’Avana (“Conoscerete la Verità e la Verità vi farà liberi”, una citazione, per inciso, scolpita all’entrata del quartier generale della Cia in Virginia), Pardo fa notare che nella sua omelia il Papa ha detto che irrazionalità e fanatismo accecano coloro che tentano di imporre le loro verità agli altri. Pardo afferma che in questa visita è stato il Papa il più cieco di tutti, ignorando il grido per la libertà dei giovani che lottano per la libertà e soffrono la violenza degli agenti governativi (qualcosa di questa violenza è stata mostrata in tv durante la Messa), mentre pensava allo scambio di doni con Castro.
Cosa si può dire di tutto questo? Io ripeto quanto detto all’inizio, che il vero significato della visita del Papa non può essere misurato, perché viene dalla Grazia. Solo i santi possono vedere, e così essere liberi.