Mi piace volare con la United. Mi piace così tanto, che quasi tutte le volte che vado a casa, faccio scalo all’aeroporto di Dulles, a Washington, dove la United ha un centro di smistamento voli. Durante l’attesa ho il mio rito: vado alla “Firkin and Fox” dove ormai la cameriera mi riconosce, mangio il primo hamburger del viaggio e bevo una buona birra americana, poi riparto verso casa.
La settimana scorsa, ero di nuovo in viaggio. Dopo il rito della burger and beer, mi sono messo nel corridoio a caricare la batteria del portatile alla presa elettrica. Ero in quello stato distratto e sospeso del viaggiatore che attende l’apertura dello scalo, con troppo tempo da ingannare, ma non abbastanza per mettersi a fare qualcosa sul serio. Davanti a me passavano gli altri viaggiatori, qualcuno camminava, qualcuno correva, qualcuno parlava animatamente al cellulare, da destra a sinistra, da sinistra a destra. Si arrivava, si partiva, tutti di fretta.
Un uomo sulla quarantina arriva di corsa, trascinando un trolley. Vede il mio colletto bianco, trasale, si ferma: “Sei un prete?”. “Sì”, rispondo. “Prete cattolico?”. “Sì, certo” anche se certo non è, in questo paese dalle 12 mila religioni. “Ascolta, mi devi proprio dire, perché Maria? Cosa c’entra Maria?” Mentre lo guardo, stupito e divertito, un pensiero si forma. Sarà un protestante che non ha mai capito perché noi cattolici preghiamo la Madonna? Appena un’ora in questo Paese, e il mio cuore di missionario si gonfia: già gli infedeli si convertono attraverso di me…! “Mi sembra che vai di fretta: quanto tempo hai?” gli chiedo. “Effettivamente, ho il volo fra pochi minuti…” “Allora sarò breve. She’s our mother, è nostra madre. Buon viaggio!”.
Mi è uscita quella frase senza pensarci. Lui corre via, e mi lascia con un nuovo pensiero a riempire il tempo dell’attesa. Maria, presenza materna in mezzo alle nostre fatiche, sostegno della nostra fragilità. Giovanni Paolo II scriveva in una delle sue ultime lettere alla Chiesa, la Rosarium Virginis Mariae, che dire il rosario è come tenere la mano della Madonna. È un’immagine dolce. Sarebbe dolciastra, se non fosse che a volte abbiamo veramente bisogno di tenere la mano della mamma.
Allora ringrazio, in questo maggio di fiori e di crisi, che tu ci sia, Maria. Mentre puliamo i piatti, mentre compiliamo i bilanci, mentre siamo in coda nel traffico, mentre facciamo la fila alla posta, tienici la mano. Di giorno e di notte, a casa e al lavoro, sul divano la domenica pomeriggio, e di corsa in aeroporto, stai con noi. Madonna del buon viaggio, aprici la strada.