Quasi un anno e mezzo fa, in occasione della sua elezione a senatore per la Florida, scrissi un articolo su Marco Rubio, un politico americano di discendenza cubana che, dissi allora, sarebbe un giorno diventato una star della politica. E così è successo. Ora che è stato praticamente designato candidato Repubblicano alle prossime elezioni presidenziali, Mitt Romney avrà bisogno di un compagno di corsa capace di attrarre gli elettori in disaccordo con lui su temi di decisiva importanza. Uno di questi è la politica sull’immigrazione, tema di particolare interesse per gli ispanici, e il senatore Rubio è il candidato alla vicepresidenza che potrebbe aiutare Romney in quest’area. Rubio si presenta come un cattolico devoto, potrebbe quindi tranquillizzare gli elettori pro-life che non si fidano di Romney e delle sue simpatie pro-choice quando era governatore del Massachusetts.

Il senatore Rubio ha appoggiato Romney durante l’attuale campagna e ha aumentato la sua statura a livello nazionale con un importante discorso sulla politica estera, che è stato interpretato come un tentativo di proporsi per il ruolo di vicepresidente nel “ticket” presidenziale di Romney. È innegabile, d’altro canto, che Rubio sia una stella in ascesa all’interno della Destra politica. Nel 2010, la sua schiacciante vittoria nella corsa per il posto di senatore per la Florida contro il popolare ex governatore Charlie Crist fu una delle ragioni per cui Crist lasciò il Partito Repubblicano, decidendo di correre come indipendente e rimanendo pesantemente sconfitto. Rubio è ovviamente appoggiato dal movimento Tea Party.

Inevitabilmente, il senatore è finito nel mirino della stampa americana, e il magazine online This Week elenca ben otto motivi di discussione, che è interessante riportare almeno in parte. Sia nei suoi discorsi elettorali, sia sul suo sito del Senato, Rubio si descrive come il figlio di “esuli dalla Cuba di Castro”, ma questo non è propriamente vero. La sua famiglia ha lasciato Cuba per la Florida nel 1956, quando Fidel Castro stava ancora progettando la sua rivoluzione dal Messico. I media si sono lanciati di conseguenza a verificare tutta la storia della sua famiglia.

Secondo una recensione pubblicata da Politico, le autorità statunitensi volevano nel 1962 espellere il suo nonno materno, Pedro Victor Garcia, ma Garcia riuscì comunque a rimanere negli Stati Uniti. Nella biografia di Rubio di prossima uscita scritta da Manuel Roig-Franzia, cronista del Washington Post, si afferma che lo status legale di Garcia è rimasto oscuro per anni, un dettaglio biografico che può porre qualche problema in un partito politico dominato da conservatori che vogliono porre fine alla immigrazione illegale.

Per quanto riguarda l’appartenenza religiosa, c’è da osservare che Rubio ricevette il battesimo mormone. Quando aveva sette o otto anni, la sua famiglia si trasferì a Las Vegas e lì Marco, sua madre e sua sorella Veronica, che erano cattolici, furono battezzati mormoni, spinti da una zia che si era già convertita, continua la cronaca di This Week.

Marco partecipò attivamente nella sua nuova Chiesa: “Era completamente dentro”, ha dichiarato  la cugina Michelle Denis a BuzzFeed. Il padre di Rubio, che faceva il barista, si rifiutò di convertirsi perché, secondo la biografia di Roig-Franzia, “non poteva abbracciare una fede che non gli permetteva di bere e di fumare”.

Tuttavia, Rubio si riconvertì al cattolicesimo. Quando la sua famiglia si ritrasferì a Miami, continua This Week, insieme a sua madre e sua sorella tornò al cattolicesimo, ricevendo la Prima Comunione all’età di 13 anni. “Fu lui a convincere la famiglia a cambiare religione”, dice Michelle Denis a Buzzfeed. “Sa essere molto convincente e infatti li ha convinti tutti a diventare cattolici”.

Non so quali possano essere le implicazioni politiche dei gusti musicali, ma anche questo argomento è stato usato per danneggiare la sua immagine di politico moderno: “L’aspetto che fa più paura nella biografia di Marco Rubio”, secondo Peter Schorsch nel SaintPetersBlog, “è la sua passione per gli Osmonds”. Questo interesse nacque quando la famiglia viveva in Nevada: gli Osmonds erano a quel tempo i mormoni più in vista nel paese e Rubio e i suoi cugini ne andavano matti. Durante la scuola elementare, Marco costituì un gruppo canoro con sua sorella e sua cugina per intrattenere i parenti . “Erano sempre le stesse canzoni degli Osmonds, a ogni riunione familiare”, ricorda Michelle Denis.

La passione per gli Osmonds va di pari passo con un altro dettaglio sui gusti di Rubio riguardo alla musica degli anni 70. Ancora da Politico: in un recente discorso, Rubio ha detto che quel decennio è stato “un periodo terribile”, perché “abbiamo dovuto superare la discoteca, i pantaloni a campana e i Bee Gees”.

Sempre secondo This Week, Jeanette Dousdebes Rubio, la moglie di Rubio, è stata una cheerleader dei Miami Dolphins, la squadra locale di football americano. La signora Rubio entrò nella squadra insieme alla sorella più giovane, posando anche per il primo calendario in costume da bagno per la squadra. Nei giorni in cui la squadra giocava, il futuro senatore la appoggiava dagli spalti. “Sembrava un fidanzato veramente carino e partecipativo”, dice su Tampa Bay Times Dorie Grogan, responsabile della squadra per l’area intrattenimento.

Credo basti così, perché dovrebbe essere sufficiente a dare un’idea del livello della discussione politica durante questa settimana. Come ispanico io stesso, posso solo dire che far la campagna insieme a Romney non sarà di grande aiuto per Rubio. La comunità ispanica sta affrontando sfide che non possono essere in alcun modo banalizzate.