Oggi per la Fraternità San Carlo, di cui sono superiore, è un giorno di festa. Nella Basilica di Santa Maria Maggiore sono ordinati sei nuovi sacerdoti e nove diaconi. Quindici vocazioni ricevono il sigillo della Chiesa, attraverso le mani di sua eminenza il Cardinale Kurt Koch.
Ma cos’è la “vocazione”? A prima vista, questa parola sembra riguardare solo coloro che sono chiamati ad una forma particolare di vita: al sacerdozio o a una comunità di persone dedicate a Dio.
Non è così. La vocazione riguarda ogni uomo e ogni donna. Solo riscoprendo questo significato radicale dell’esperienza della vocazione si possono comprendere anche le diverse forme di vita in cui essa si articola.
«Dio mi ha chiamato dal nulla» ha scritto don Giussani. La semplicità assoluta di questa notazione è come un pozzo senza fondo. Potevo non esserci e ci sono. Cosa c’è di più radicale, di più semplice, di più commovente? Tante altre esperienze chiariranno e approfondiranno questa origine. Ma innanzitutto c’è l’evidenza che io ci sono, che sono stato chiamato alla vita. La parola vocazione racchiude in sé Colui che chiama, e ha il potere di portare all’essere ciò che non è.
Di fronte alle difficoltà e alle contraddizioni delle nostre giornate, di fronte all’esperienza del male e del dolore, possiamo correre il rischio di smarrire il dialogo con Colui che ci fa, che ci crea continuamente. Perdiamo la coscienza di noi stessi e possiamo cadere nella disperazione o più semplicemente nella stanchezza. Occorre allora cercare la mano che può risollevarci.
Gesù è venuto per dirci: «Tu non vieni dal nulla e non vai verso il nulla, ma all’opposto, vieni da Dio e vai verso di Lui. Sei suo. Sei una cosa preziosa. In mille modi il Padre cerca di riaprire il tuo cuore e la tua mente a questa verità. Qualunque sia la condizione di vita in cui ti trovi a svolgere la tua esistenza quotidiana».
Proprio perché ci conosce fino in fondo, Dio ci chiama attraverso le sue opere. Parla a noi il più delle volte attraverso la voce degli uomini, attraverso ciò che fa accadere. Fatti e parole sono dei segni attraverso cui Egli rivela a noi la sua volontà, il suo disegno, la nostra personale vocazione.
Leggere i segni è dunque la strada fondamentale per capire ciò a cui Dio ci chiama. Egli ha un disegno preciso per ciascun uomo e per ciascuna donna. Nessuna vita è per lui insignificante o di piccolo peso. Ognuno ha un posto insostituibile, che non può…
,,,essere occupato da nessun altro. Qualunque sia la forma in cui si realizza la nostra vita, qualunque sia la professione che svolgiamo, siamo chiamati a diventare collaboratori di Dio nella sua opera di creatore e salvatore. La comunione vissuta nella Chiesa partecipa di tutte le diverse vocazioni: l’una trae gloria dall’altra. Come un immenso mosaico in cui soltanto la visione d’insieme dà ragione delle singole tessere.