Il rischio di una nuova Sarah Palin

Il candidato Repubblicano Mitt Romney davanti alla scelta del vicepresidente. Sarà una donna? LORENZO ALBACETE si interroga sul peso del gentil sesso nella competizione elettorale

Mitt Romney non ha ancora più che tanto chiarito chi sarà il candidato Repubblicano alla vicepresidenza degli Stati Uniti e osservatori e politologi discutono se e quanto la scelta di una donna potrebbe aiutarlo nella sua corsa alla presidenza. 

La moglie Ann è molto meno riservata e in un’intervista a CBS News ha fatto trapelare che lo staff di suo marito sta considerando la scelta di una donna come candidata alla vicepresidenza. “Stiamo considerando la cosa e anche a me piace questa ipotesi” ha detto, senza approfondire peraltro la questione, ma gli esperti hanno subito cominciato a chiedersi se la scelta di una donna sarebbe una mossa furba.

Secondo una ricerca dell’inizio di quest’anno, il Presidente Obama è avanti di 16 punti rispetto a Romney tra l’elettorato femminile, inducendo alcuni commentatori a concludere che la scelta di una donna potrebbe certamente aiutare la corsa di Romney alla presidenza.

In questo momento la più quotata sembrerebbe la senatrice Kelly Ayotte, del New Hampshire, che è appena apparsa al fianco di Romney a una parata per il  4 Luglio. Potrebbe essere una buona scelta?

Ayotte è un astro nascente nel Partito Repubblicano e, secondo The Capitol Column, la sua scelta  come candidato alla vicepresidenza aiuterebbe senza dubbio Romney presso l’elettorato femminile. Occorrerà, tuttavia, essere prudenti nel trattare la questione ed evitare che tale scelta ricordi agli elettori quella fatta a suo tempo da McCain con Sarah Palin. A questo proposito, Romney si è impegnato molto per differenziarsi da McCain nella sua ricerca di un candidato per la vicepresidenza, cercando di rassicurare gli elettori che il fiasco Palin non si ripeterà. Sarà quindi molto importante il modo in cui verrà gestita la comunicazione della scelta.

“Ayotte va bene, ma non è la scelta ottimale” osserva Elspeth Reeve su The Atlantic. Ayotte  rappresenta una scelta convincente, viene da uno stato in cui l’esito del voto è incerto, piace al Tea Party e ha alle spalle una brillante carriera come procuratore generale dello stato. Tuttavia, la sua esperienza sul piano nazionale è decisamente scarsa, essendo stata eletta al Senato solo nel 2010.

La senatrice Kay Bailey Hutchison, del Texas, eletta la prima volta nel 1992, sarebbe una scelta migliore, così come opzioni più valide sono rappresentate dalla carismatica governatrice della Carolina del Sud, Nikki Haley, o dalla governatrice del Nuovo Messico, Susana Martinez, ispanica e anche lei proveniente da uno degli stati in bilico nel voto. 

Comunque, è ancora troppo presto per dare per certe tutte queste candidature, perché è difficile stabilire se si tratta di vere ipotesi o di uno dei soliti depistaggi tipici di questo mondo, come fa notare Erika Johnsen a Hot Air. Anche se la discussione su Ayotte, come sulla deputata di Washington Cathy McMorris Rodgers, ha certamente un suo significato, dato che entrambe “hanno finora lealmente sostenuto la campagna di Romney.”

Il punto è che Ann Romney si è limitata a dire che suo marito sta prendendo in considerazione una candidatura femminile, ma è probabile che in realtà si stiano seriamente esaminando una serie di persone. Perciò, la scelta di una donna rimane solo una delle opzioni sul tavolo. C’è, quindi, da chiedersi quale sia il valore di tutte queste congetture e quale sia alla fine, nella scelta degli elettori, il peso del sesso dei candidati. 

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