Contrariamente a quanto pensano i laicisti (la cui ignoranza religiosa è direttamente proporzionale all’attitudine a dare lezioni ai cattolici e allo stesso papa), i dogmi non sono “fabbricati” dal Vaticano, che a un certo punto decide di gravare i fedeli di un altro fardello «scientificamente indimostrabile» a tutto danno delle loro facoltà razionali. Sono, bensì, verità credute da sempre e alle quali – di solito con ritardi anche millenari – la Chiesa appone il suo autorevole sigillo, dopo ponderate consultazioni e riflessioni, ufficializzandole.
Così è per il dogma dell’Assunzione di Maria al Cielo in anima e corpo. Ultimo dogma in ordine di tempo (è stato proclamato da Pio XII l’1 novembre 1950: per inciso, il giorno prima che nascesse chi scrive), è anche il quarto dogma mariano (oltre a maternità divina, verginità perpetua, immacolata concezione), con molti che premono perché se ne aggiunga un quinto (cinque è il numero per tradizione associato alla Madonna): Mediatrice di tutte le Grazie e Corredentrice.
Le notizie sulla Madonna sono scarse nei Vangeli canonici, ma l’apocrifo Protovangelo di Giacomo descrive la Dormizione di Maria a Efeso e la sua Assunzione direttamente in Paradiso portata dagli angeli. Nel VII secolo l’imperatore bizantino Maurizio, dietro insistenti richieste, introdusse la festa apposita in Oriente. Il papa romano Sergio I lo imitò per la parte latina. Non si sa, in effetti, se la Vergine si sia «addormentata» su questa terra o sia effettivamente morta. Gli orientali ancora oggi preferiscono parlare di Dormizione. Qui da noi la beata Anna Katarina Emmerick nelle sue visioni mistiche (in epoca napoleonica) parlò di morte della Madonna a sessantatré anni. Anche questa, dell’età della Vergine, è una verità tradizionale, tanto che santa Catherine Labouré (cui Maria era apparsa in Rue du Bac a Parigi nel 1830) volle attorno al suo letto di morte sessantatré candele accese, in omaggio, appunto, agli anni della Madonna.
Fino a poco tempo fa, nel nostro Sud erano legioni le donne che portavano il nome di Assunta, così come Asunción spopolava nel mondo ispanofono. La festa dell’Assunta conobbe solo una brevissima eclissi quando il solito Napoleone ordinò che il 15 agosto venisse introdotta nel calendario la festa del suo onomastico, un san Napoleone mai esistito che seguì l’effimera sorte del despota. Napoleone, lo ricordiamo, fece deportare ben due papi (di cui uno morto in carcere in Francia), impresa che non riuscì nemmeno a Hitler. Eppure, uomo davvero intelligente, morì da buon cristiano. E sua madre, dopo la rovinosa fine, fu accolta proprio in quella Santa Sede che lui aveva devastato.
Torniamo all’Assunzione: si addormentò o morì? La Chiesa romana non lo sa e lascia i fedeli liberi sul tema. Tuttavia, va detto che il problema è solo di lana caprina, perché quel che conta non è il «come». Dio ha trattato in modo speciale una creatura unica, la quale Lo ha pienamente corrisposto con l’intera sua vita. Se qualcuno, comunque, rimane curioso, può rivolgersi direttamente all’Interessata. Che, come dimostra Medjugorje (v. anche il mio ultimo libro: Medjugorje, il cammino del cuore, Mondadori), continua a preoccuparsi attivamente della nostra sorte. Piccola notazione per i fans delle quote rosa: il cattolicesimo è l’unica religione con una donna al vertice dopo Dio. E da duemila e rotti anni.