Diversi eventi stanno maturando in questi ultimi giorni, ma nessuno ha ancora mostrato una precisa direzione di svolgimento, così mi sembra che ci sia tempo, in attesa di nuovi sviluppi, per occuparci più a fondo di un nuovo volto della politica locale che ha, tuttavia, una dimensione internazionale. Mi riferisco al nuovo sindaco di New York City, l’italoamericano, almeno in parte, Bill de Blasio.
De Blasio è stato eletto, con una forte maggioranza, perché ha saputo proporre un programma decisamente progressista, basato sull’accusa al suo predecessore, il ricco tra i più ricchi Michael Bloomberg, di aver svenduto la città ai ricchi, creando due diverse e separate New York. Una è quella dove una potente élite vive in spettacolosi grattacieli di vetro o in vecchi edifici lussuosamente ristrutturati. L’altra è quella dove vivono tutti gli altri abitanti di New York, in quartieri disagiati dove cercano di tirare avanti.
Mentre la discussione politica a livello nazionale è focalizzata sulla ricerca di un leader conservatore che rivitalizzi il conservatorismo nel Paese, gli elettori di New York hanno scelto come loro guida un progressista a tutto tondo, per evitare i danni del conservatorismo. Il 73% degli elettori ha così votato per de Blasio sindaco.
Nessuna meraviglia, perciò, che i newyorchesi siano considerati diversi, non dei veri americani patriottici. Qui vive strana gente, un sorprendente coacervo di provenienze molto differenti. De Blasio è il primo sindaco del Partito Democratico da vent’anni, il suo primo nome, poi cambiato, era Warren Wilhelm Jr, figlio di Warren Wilhelm e Maria de Blasio, il primo di origine tedesche, la seconda di origini chiaramente italiane.
Il padre aveva combattuto nella Seconda Guerra mondiale perdendo una gamba per le ferite riportate, guadagnando così una Purple Heart Medal, la medaglia data ai militari statunitensi feriti durante azioni belliche. Dopo la guerra, aveva cominciato a lavorare per il governo federale, ma aveva poi perso il lavoro a seguito della “caccia alle streghe” contro i comunisti del senatore Joseph McCarthy. A seguito di queste vicende, aveva cominciato a bere, aveva abbandonato la famiglia, fino a che la moglie aveva chiesto il divorzio, portando con sé i due figli. Wilhelm ha finito per suicidarsi quando Bill aveva 18 anni.
De Blasio ha dimostrato il suo interesse e la sua capacità per la politica già dalla scuola superiore, quando era diventato rappresentante degli studenti. Alla New York University, de Blasio si è fatto notare come sostenitore della causa della nuova sinistra. Nel 1989 ha partecipato come volontario allo staff per l’elezione a sindaco del Democratico David Dinkins. Nel 2000 è stato nominato responsabile della campagna di Hillary Clinton per il Senato e nel 2001 viene eletto consigliere comunale, carica poi riconquistata anche nel 2003 e nel 2005. Nel 2009 è stato eletto Avvocato Pubblico della città, una specie di difensore civile dei cittadini.
Non vi è dubbio che anche nel nuovo incarico come sindaco si rifarà a quella filosofia che lui stesso ha definito socialismo democratico, quando nel 1988 era in Nicaragua per aiutare il governo sandinista. Nonostante i suoi amici più vicini e i suoi collaboratori politici lo definiscano un pragmatista, de Blasio continua ad affermare che quella è tuttora la sua filosofia politica.
Bill de Blasio ha sposato Chirlane McCray, una afroamericana lesbica incontrata quando lavorava per il sindaco Dinkins. Hanno due figli, che iniziano già anche loro ad occuparsi di politica. Questa è New York, dove il futuro sfida il passato.