Giovedì è Thanksgiving. Ogni “ultimo giovedì di novembre”, come proclamò Abraham Lincoln esattamente 150 anni fa. Però, come per Natale, non si può sempre raccontare la storia da capo. La si deve raccontare a chi non la sa. Io ve l’ho già raccontata l’anno scorso, potete leggerla lì. E quelli che la sanno già? Per quelli che la sanno, o pensano di saperla, “il bello” sta nel riscoprirla ogni volta. Come in tutte le cose della vita. Fare festa per ringraziare Dio di quel che si è ricevuto. Questo è Thanksgiving, la Festa del Ringraziamento. 

Bisogna pensarci un momento, perchè prendiamo tante cose per scontate e ringraziare non è il nostro sport preferito. Si può anche dare per scontato di ritrovarsi con figli, nipoti ed amici a mangiare il tacchino. Io ho parecchie cose di cui essere grato, per esempio il fatto che lo posso scrivere! E visto che posso farlo, voglio dirvi di una cosa speciale che sta capitando in questi giorni. 

Oltre ad essere padre e multi-nonno, io sono anche zio di Letizia. Letizia ha 22 anni, vive a Pesaro, ed è nel bel mezzo di uno dei momenti più belli – e faticosi! – della sua vita, impegnatissima con la sua prima “personale” di fotografie. Scatta foto da qualche anno, come una pazza: volti di amici, paesaggi, e dei formidabili “close-ups” di cose che… vede solo lei. Qualche tempo fa i genitori le hanno regalato una macchina semi-professionale, una spesa ed un sacrificio notevoli. A detta di alcuni un dono “eccessivo”. Non bastava l’automatica che aveva già? Sì, perché Letizia è una ragazza affetta da Down Syndrome. Sopravvissuta da neonata ad un serio intervento a cuore aperto, è cresciuta felice e contenta, diventando bidella-assistente e poi aiuto maestra nella scuola dove aveva studiato. Sempre voluta bene, rompendo le scatole come fanno tutti, ma certamente portando “letizia” a tutti quelli che l’hanno incrociata. 

E adesso la “personale” di fotografie, con tanto di catalogo da autografare, mani da stringere, interviste da rilasciare, visitatori che ti vogliono parlare, il Sindaco…  “L’evento culturale dell’anno”, come ha titolato Il Resto del Carlino. Letizia è grata, e l’ha detto subito all’inizio con il suo suo discorso inaugurale: “Grazie a tutti perché siete venuti. Dico grazie a Mario che ha avuto l’idea della mostra. Dico grazie a Davide Rondoni che ha scritto la poesia su di me. Mio babbo mi ha insegnato a usare la macchina fotografica grossa. Le foto che mi piacciono di più sono: Creta, Il ponte con l’ombra e le borse. Guardate la mostra e dopo c’è il rinfresco. Comprate i cataloghi e io li firmo”. 

Un amico, dopo aver visitato la mostra, ha scritto ai genitori di Letizia. “Dopo i primi tre o quattro metri con relative foto, penso che qualcosa non mi torna; guardandole come se scorressi un giornale o una rivista mi pare qualcosa fuori fuoco, le immagini sono difficili da guardare, mi paiono come senza un centro o un punto di riferimento. Poi comincio a leggere le didascalie e mi si spalanca un precipizio: non le foto, ma io non ho un fuoco, un centro! Le foto sono un cuore, ed io pretestuosamente ne cerco il centro! Da questo momento è sempre e solo un riscoprire e meravigliarsi di una realtà esistente ma raramente vissuta o fatta propria; ecco la neve, i pesci , i coltelli, gli occhiali, le medicine, gli amici, questi visti nel momento in cui ti ridanno la loro amicizia”. Thanksgiving. Questa è la vita vissuta come festa del ringraziamento.

E la Corte Suprema?

La Corte Suprema ha appena deciso di mettersi in calendario di deliberare, nel quadro della nuova riforma sanitaria, se i datori di lavoro dovranno o meno offrire copertura per cose come controllo delle nascite ed aborto a costo zero per i loro dipendenti. 

Ecco, giovedì, Thanksgiving, vorrei portare Letizia con me a salutare i Giudici della Corte. Magari portiamo anche qualche foto ed un catalogo firmato. Perché Letizia è proprio una di quelle che avrebbero potuto non esserci.

E senza Letizia questo mondo sarebbe molto meno lieto.

Happy Thanksgiving!