Parlare oggi di Margaret Thatcher in maniera non scontata senza schierarsi apertamente a favore o contro le sue memorabili vicende politiche è impresa ardua. Come gran parte dei grandi personaggi politici della storia, la “Lady di ferro” divide l’opinione pubblica mondiale. Grande riformatrice o nemica dei poveri? Il “thatcherismo” sarebbe una soluzione ai problemi europei di oggi oppure è esso stesso la causa della crisi? Difficile fornire una risposta chiara e definitiva. Difficile però non guardare con ammirazione e curiosità le gesta di quella che è stata una delle donne più influenti del Novecento. E’ stata una donna seria, incorruttibile, quasi indistruttibile. Ha preso sul serio la missione della politica e della vita sin da quando era una studentessa. I suoi ideali di libertà l’hanno accompagnata in tutta la strada che ha percorso, in discesa e in salita, nel successo e nel fallimento. Una donna che ha saputo prendere decisioni scomode in diverse occasioni. Coraggiosa e decisa, mai superficiale, ha sempre avuto ben chiara la sua visione del futuro e degli interessi del proprio paese. Sono pochi i politici così lungimiranti oggi.
Verrà ricordata per essere stata l’artefice della rinascita morale ed economica del Regno Unito, per aver condotto magistralmente la vittoriosa campagna per le Isole Falkland, per la sua apertura ad un capitalismo meno egoista e più popolare.
Ha preso sul serio sé stessa e il proprio compito, la propria responsabilità. Il 22 dicembre 1978 in un’intervista al Catholic Herald, parlando di sé stessa e dei suoi valori disse che “ogni persona, di alto o basso rango, con un onesto stipendio, ciascuno ha quella dignità umana.. La loro responsabilità all’interno della loro conoscenza e del contesto in cui vivono permette loro di fare una scelta. Se viene negata questa responsabilità personale viene negata la base religiosa della vita, questa è la differenza tra me e un marxista. I nostri valori non sono dati dallo Stato. La Cristianità è molto di più che fare un buon lavoro. E’ una fede profonda che si esprime nella relazione con Dio. E’ una santità e nessun politico ha il diritto di negare questo ai cittadini”.
Senza la sua fede e il suo altissimo senso di considerazione dell’azione personale, la sua personalità e le sue scelte di governo non sarebbero perfettamente comprensibili. Senza voler esagerare la dimensione anche spirituale delle sue azioni, non è affatto improprio affermare che la missione portata avanti da Margaret Thatcher sia frutto della consapevolezza di una responsabilità personale davanti a Dio.
Questa responsabilità di ogni persona, di ogni individuo, è il motore per la nuova società. Oggi le grandi ideologie sono inesorabilmente tramontate sotto i colpi del cosiddetto pensiero “debole” e il relativismo culturale che tendono a rendere tutte uguali le soluzioni e le idee. Le istituzioni devono farsi garanti di questa responsabilità.
Viviamo in un’epoca in cui lo smarrimento ideale delle persone e la crisi di valori è trasmessa in tempo reale alle istituzioni e al modo di governare le nazioni.
Prima ancora di giudicarla per le sue politiche, è giusto quindi fare tesoro di questo impegno totale e totalizzante che l’ex Primo Ministro inglese ha mostrato nella sua vita pubblica e privata, testimone concreto di come lo stato debba essere un’emanazione dell’uomo e non il contrario. Approfondendo in questa chiave l’eredità che ci ha lasciato Margaret Thatcher potremo aprire una strada innovativa per affrontare le sfide del mondo moderno.