L’amore dei santi

I santi, dice GIANLUCA ATTANASIO, ci accompagnano dal cielo nel nostro pellegrinaggio terreno. Sono sempre pronti ad ascoltare le nostre richieste e, spesso, vengono in nostro soccorso

I santi fanno parte della mia vita fin dall’inizio. Quando ero piccolo, durante l’oratorio feriale, il viceparroco ci raccontava le loro vite, in modo a noi accessibile. Allora nasceva in me il desidero di dare la vita per il regno di Dio come avevano fatto loro. Durante il liceo la lettura delle Confessioni di Sant’Agostino, e in particolare della sua vocazione, mi colpì profondamente. Descriveva esattamente ciò che stava accadendo alla mia vita nel rapporto con Dio: «Mi chiamasti, gridasti, e vincesti la mia sordità… mi toccasti e ora brucio dal desiderio della tua pace».

Il primo anno di seminario ho meditato nel silenzio gli scritti di Santa Teresa di Gesù Bambino. La sua autobiografia è un tesoro senza fondo. Da lei ho imparato soprattutto che la grandezza nella vita non sta in quello che riusciamo a fare o a dire, ma nell’offerta di tutto noi stessi al Signore. L’atto perfetto non è il grande gesto, ma anche il più piccolo, se offerto per costruire il regno di Dio nel mondo.

Quando penso al colonnato del Bernini, che in piazza San Pietro abbraccia tutti coloro che si recano a trovare il papa, mi commuove vedere tutte le statue dei santi che da quel colonnato ci accolgono. Essi ci accompagnano dal cielo nel nostro pellegrinaggio terreno. Sono sempre pronti ad ascoltare le nostre richieste. Tante volte, senza che neanche li invochiamo, scendono dalla loro beatitudine per venirci in soccorso. Gioiscono quando ci convertiamo e soffrono se ci vedono peccare. Quante volte san Giuseppe ci ha aiutato con la sua silenziosa premura!

Nessun santo ha tuttavia il posto di Maria. Gesù non è geloso della sua gloria e la incorona regina degli angeli e dei santi. Fin da piccolo mi sono affidato a lei attraverso il rosario che si recitava in parrocchia il mese di maggio. Da quando poi ho percepito che Dio mi chiamava al sacerdozio, questo affidamento si è fatto ogni giorno più intenso. Posso dire, con assoluta certezza, che senza la protezione di Maria non sarei mai diventato prete e non avrei mai perseverato nella vocazione. La bellezza di Maria mi rapisce, per questo non mi stanco mai di rivolgermi a lei.

Ma i santi non sono solo quelli che hanno vissuto prima di noi. Sono tutti coloro che nella comunità cristiana ci sostengono con le loro preghiere, la loro parola, il loro esempio e il loro aiuto. Non posso dimenticare Giovanni Paolo II. È stato il papa della mia vita! Ho avuto la grazia di ascoltarlo molte volte, soprattutto nelle Giornate della gioventù. Sono stato illuminato e sostenuto dalle sue parole e dal suo eroico esempio. Il rapporto di amicizia cominciato con lui quando era in vita, ora che lui è in paradiso, si è intensificato. Sento con chiarezza che tante volte dal cielo ci accompagna nella nuova evangelizzazione da lui inaugurata.

L’amore puro dei santi rassomiglia a quegli umili fiori di campo, i cui semi alati vengono trasportati dal vento talvolta in lontananze inconcepibili e in tutte le direzioni, e Dio sa quali monti o quali valli andranno a fecondare. La rivelazione di queste meraviglie, come dice Leon Bloy, sarà lo spettacolo che ci attende in paradiso.

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