Il Papa è tornato a Roma e se non fosse per quello che è successo in aeroplano nel volo di ritorno verso il Vaticano, gli americani, che per sapere cosa succede nel mondo dipendono dai notiziari dei maggiori canali televisivi via cavo, saprebbero ben poco di ciò che il Papa ha fatto o detto, dove è stato e perché ci è andato. A eccezione di una rete cattolica conservatrice, che trasmette regolarmente in diretta le apparizioni pubbliche del Papa, e di qualche canale televisivo diocesano, il viaggio del Papa è stato scarsamente coperto dai maggiori canali. Credo che il principale motivo di questo limitato interesse stia nella percezione del Papato come un relitto del Medioevo e nella convinzione che gli americani, con la loro Rivoluzione, siano riusciti a liberarsi del cattolicesimo come superstizione usata quale strumento di potere. Eppure, secoli dopo, c’è ancora un Papa che salta fuori dalla finestra, circondato da una corte impressionante, potente e riservata.



Penso che molti americani, cattolici inclusi, siano sorpresi che un’istituzione così ridicola possa ancora giocare un ruolo importante negli affari del mondo, capace di raccogliere, col cattivo tempo, tre milioni di giovani provenienti da tutte le parti del mondo, per partecipare a una Messa celebrata su una spiaggia famosa per ben altri tipi di attività (ho letto da qualche parte che alcune donne in bikini hanno assistito alla Messa, cantando e ballando con i giovani).



Comunque, la stragrande maggioranza del tempo dei network televisivi è stata dedicata all’arrivo in questo mondo del Royal Baby, Principe Giorgio, ecc. Poi è arrivata domenica e finalmente Papa Francesco ha catturato l’attenzione dei media. Mi ricordo di aver letto che Bergoglio non ama le classiche interviste articolate su domanda e risposta, ora possiamo vedere perché. Questa volta Papa Francesco si è sottoposto a 90 minuti di domande circa tutte le questioni controverse che sembrano affliggere la Chiesa agli occhi del pubblico, temi come la lobby gay in Vaticano, la corruzione nella banca vaticana, il ruolo delle donne nella Chiesa e la condizione dei cattolici divorziati e risposati.



L’argomento che ha attirato l’attenzione maggiore è stato quello dell’omosessualità tra i preti, la lobby gay e la questione dei cattolici divorziati e risposati. Potete leggere come il Papa ha risposto a queste domande, soprattutto a quella sui gay. Se un omosessuale ha buona volontà e cerca di seguire Cristo, ha detto, chi sono io per giudicarlo? Un mio amico che è gay mi ha riferito che, qualche settimana fa, il Papa ha detto, parlando ai seminaristi di Roma, che quando incontra seminaristi e preti che lottano per rimanere fedeli agli insegnamenti della Chiesa sul sesso sa che la grazia è più potente del peccato. Quello che gli spezza il cuore, ha detto, è vedere seminaristi e preti alla guida di auto di lusso. Per quanto riguarda i cattolici divorziati e risposati, ha dichiarato trattarsi di un tema che deve essere maggiormente studiato teologicamente.

Tornando al mio amico, costui mi ha detto: “Sono gay e quindi sono molto contento di quanto ha detto il Papa, ma sono anche molto triste perché dovrò vendere la mia Lexus”.