Spesso si pensa che il valore di internet sia incommensurabile. Sicuramente è difficile misurare valori quali la conoscenza, la libertà di accesso all’informazione, la libertà di espressione, la capacità di semplificare la nostra vita quotidiana. Eppure, da quando lavoro in Google, ogni giorno ho la riconferma che il valore sta anche nel mondo dell’economia e trovo che sia questa coesistenza di valori a renderlo speciale.
Grazie a internet oggi possiamo fare cose che un tempo non avremmo potuto fare, o che sarebbero state molto più complesse e costose. O ancora, altrettanto importante, più persone nel mondo hanno la possibilità di fare queste cose. Trovare in pochi istanti le informazioni di cui abbiamo bisogno, comunicare faccia a faccia con persone care distanti, visitare virtualmente paesi che non conosciamo, godere delle opere d’arte di musei troppo lontani per visitarli di persona, imparare una lingua straniera seguendo lezioni attraverso YouTube, lavorare in modo semplice a progetti condivisi, fare rete in modo efficiente ed efficace. E la lista potrebbe continuare a lungo, credo. Se il valore che internet crea nella nostra vita può forse solo essere raccontato con esempi, l’impatto sull’economia del paese può invece essere misurato. E i numeri parlano.
Secondo una ricerca di Boston Consulting Group, nei paesi del G20 nel 2011 Internet valeva in media il 4% del PIL e contribuiva per il 21% alla crescita annua del PIL. In Italia i valori sono inferiori, eppure decisamente interessanti come potenziale. Nel 2010 l’economia Internet pesava il 2,1% del PIL, 31 miliardi di euro: le stime al 2015 (sempre secondo BCG) vedono una crescita ad una percentuale tra il 3,3 e il 4,3 % del PIL. Si tratta di un’opportunità che è realmente alla portata di aziende di ogni dimensione, non solo di quelle più grandi e strutturate. Anzi, sempre secondo lo studio BCG, le piccole e medie imprese che si promuovo attraverso Internet o fanno ecommerce fatturano di più, assumono di più ed esportano di più di quelle che su internet non sono presenti. Se un numero maggiore di imprese riuscisse ad intercettare questo potenziale, si aprirebbero opportunità di crescita anche in tempi di crisi economica quale quella attuale.
I nostri prodotti, la nostra cultura, le nostre specificità locali rappresentano un asset che possiamo e dobbiamo valorizzare attraverso Internet. Pensiamo al potenziale per l’export. E grazie a internet e all’ecommerce, anche le piccole imprese possono esportare in modo semplice e poco costoso.
Internet, inoltre, può contribuire anche alla priorità, enunciata dal Presidente Letta, di far crescere l’occupazione giovanile. I dati ci dicono che grazie al digitale si crea lavoro e questo vale in particolare per i giovani. Secondo uno studio della London School of Economics, per ogni 10% di incremento nella diffusione e utilizzo di Internet, l’impiego giovanile cresce dell’1.5%. Occorre puntare su Internet per far entrare i giovani nel mondo del lavoro e, allo stesso tempo, sui giovani per portare online l’economia italiana. Ed è quello su cui, come Google, stiamo cercando di offrire un contributo, insieme ad Unioncamere, con il progetto “Distretti sul Web”. Un’iniziativa che vede 20 giovani dislocati per sei mesi in 20 distretti di tutta Italia con il compito di aiutare le imprese del distretto a comprendere e a cogliere le opportunità della digitalizzazione.
Non voglio con questo stendere una apologia di Internet e dimenticare che può anche essere usato male, ma Internet è semplicemente uno strumento e in quanto tale dipende dall’uso che se ne fa. Quello che succede dentro la rete non è diverso da quello che succede nel mondo reale e ciascuno di noi è individualmente responsabile delle azioni che compie in internet. Ecco perché una delle sfide è quella dell’educazione all’uso sicuro e responsabile della rete. Una convinzione che condividiamo con la Polizia Postale e delle comunicazioni e che ci ha portato a collaborare su importanti progetti educativi, quale per esempio Buono a sapersi. Grazie a questo progetto, solo nello scorso anno scolastico sono stati formati oltre 500.000 studenti di tutta Italia, oltre agli insegnanti e ai genitori.
Il web è uno strumento con grandi potenzialità. Per cogliere queste opportunità, impariamo ad usarlo, usiamolo senza paura – e usiamolo bene.