L’Avvento è un tempo di fervida attesa. Viene preparata la venuta del Signore che può assumere diverse forme: attendiamo la venuta di Gesù nella festa di Natale, attendiamo la venuta di Gesù nella nostra vita quotidiana e attendiamo la manifestazione gloriosa di Gesù alla fine dei tempi. Niente mi ha consolato in questi giorni come la lettura del libro di Joan Maria Vernet: Tu, Giovanni (Elledici). L’autore è un sacerdote salesiano nato nella Catalogna e residente da più di 30 anni a Gerusalemme, ha già pubblicato diversi volumi sul Vangelo, quello che esce in questi giorni è l’ultimo della serie dedicato alla figura del precursore di Cristo Giovanni Battista e all’altro Giovanni, il discepolo prediletto, autore del quarto vangelo.
È un libro che consiglio agli amici in queste settimane che ci separano dal Natale per ritrovare la storicità del fatto di Cristo, per ascoltare le pagine della Sacra Scrittura, dei Vangeli come attuali, contemporanei a noi, povera umanità che ha bisogno, come dice il profeta Isaia, di essere “consolata”.
Giovanni Battista faceva parte della comunità degli Esseni, che scoperte e studi recenti identificano a Qumran, presso il Mar Morto a 15 chilometri a sud di Gerico. I documenti ritrovati nelle grotte e nei dintorni e il lavoro archeologico fatto sul posto (abitazione della comunità, cisterne e piscine, diverse stanze e botteghe, un grande cimitero), fanno pensare ad un gruppo notevole di uomini della setta degli Esseni che vivevano in quel recinto spinti da un ideale religioso e messianico. Il loro motto era: “nel deserto preparate la venuta del Signore” (Is 40,3). In quella comunità Giovanni Battista è la figura più eminente, ma anche la più scomoda. Ne denunciava, forse con troppa schiettezza, rigidezza e formalismo, mancanza di spontaneità e forse anche di carità vera, al punto di essere invitato dal suo superiore a lasciare la comunità.
Giovanni e Andrea facevano anch’essi parte della comunità di Qumran e decidono di seguire il Battista. Cosi un gruppo di tre amici si stacca dalla comunità più grande: erano gli anni in cui dominava Tiberio Cesare, Giuseppe Caifa come sacerdote e Ponzio Pilato come governatore della Giudea.
Tutta la vita di Giovanni Battista si consuma nel chiedere al popolo, fatto di farisei, scribi, gente comune e perfino soldati, di cambiare vita perché il Messia è alle porte. Giovanni, l’evangelista, in quel periodo vive una profonda crisi di identità perché non riesce ad immaginare come una Messia senza potere e senza eserciti potrà salvare Israele. Ma viene il giorno, quel giorno quando il Messia si confonde con la folla e chiede anche lui di ricevere il battesimo amministrato da Giovanni Battista e dai suoi discepoli nel fiume Giordano.
Le pagine più belle del libro sono dedicate allo stupore, pieno di gioia con il quale Andrea e Giovanni sono attratti dalla figura di Gesù, lo seguono, accettano il suo invito a stare un giorno con lui e passano quel giorno a “guardarlo parlare”, come descrive anche don Giussani nelle pagine insuperabili dei suoi libri quando legge il primo capitolo del vangelo di Giovanni. Giovanni ricorderà anche l’ora di quel giorno: le quattro del pomeriggio. Tutta la sua vita cambierà dopo l’incontro con Gesù. Innamorato di Lui nel senso letterale della parola. “Mi sento fatto per Lui, solo per Lui”.
Il Vangelo che domani ascoltiamo in tutte le chiese sintetizza la predicazione di Giovanni Battista: ogni valle sia colmata, ogni monte sia abbassato. Dobbiamo sorprendere nel nostro quotidiano quanti vuoti ci sono da colmare in un cristianesimo dell’apparenza che non ci fa più gioiosi e decisi ad incontrare; quanto orgoglio, quanta superbia, quanta mondanità superficiale regna anche nella Chiesa e ci invita ad assumere un atteggiamento di mitezza e di lealtà che è quello di Cristo, la luce del mondo.
Ieri ho appeso in un aula di catechismo della mia parrocchia dedicata a Pier Giorgio Frassati il volantone di Natale che ogni anno il movimento di Comunione e Liberazione pubblica con una riproduzione artistica e due frasi, una del Papa e l’ altra di don Giussani. Appeso il volantone, Andrea, un ragazzino, alza la mano ed esclama: ma quanta luce viene da Gesù Bambino! E’ proprio così! Quanta luce illumina il mondo intorno a noi, il volti degli amici e degli estranei e perfino la natura in questi giorni: Cristo che viene illumina ogni angolo del mondo.