Tragedia o salvezza?

Febbraio è un mese di luce. Dalla "Candelora" alla Madonna di Lourdes, dalla rinuncia di Benedetto XVI al Concistoro, passando per il Banco Farmaceutico la fede entra nella vita. PRIMO SOLDI

Febbraio è un mese di luce che inizia con la “Candelora”, festa che ricorda la Presentazione al Tempio di Gesù, acclamato dal vecchio Simeone “luce che illumina le genti”. Gesù si è offerto al Padre per diventare luce nel mondo e lo diventa nel momento del sacrificio della Croce. Non c’è luce nel mondo senza sacrificio, per questo, mentre le giornate si fanno più lunghe e luminose, abbiamo condiviso il dolore dei nostri fratelli in Emilia, in Toscana, a Roma per l’alluvione che ha colpito vaste zone dell’Italia con l’esondazione di tanti fiumi, provocando vittime e danni che fanno paragonare queste giornate a quelle del sisma del 2012. 

Martedì 11 febbraio ricorre la memoria dell’apparizione della Madonna a Lourdes; anche là migliaia di ceri sono disponibili alla fiamma, si consumano nella fiamma e così diffondono la luce. Anche là l’acqua da causa di tragedia è stata donata come segno di salvezza, fatta sgorgare dalla terra nelle mani della piccola Bernardette Soubirous. Giovanni Paolo II ha voluto che l’apparizione della Madonna a Lourdes coincidesse con una Giornata mondiale di preghiera per i tutti i malati. Quella di quest’anno, la ventiduesima, indica come tema: “Fede e carità”: “anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli” (I GV 3, 16). Nel suo messaggio per la XXII Giornata mondiale del malato Papa Francesco ci ricorda che la Chiesa riconosce negli ammalati “una speciale presenza di Cristo sofferente (…). Quando il Figlio di Dio è salito sulla croce ha distrutto la solitudine della sofferenza e ne ha illuminato l’oscurità (…) Nel disegno d’amore di Dio anche la notte del dolore si apre alla luce pasquale e ci fa affrontare ogni avversità in Sua compagnia, uniti a Lui”.

Ma l’11 febbraio non può essere separato da ciò che è accaduto lo scorso anno, quando Papa Benedetto XVI annunciò al mondo la sua intenzione di lasciare il Pontificato per rimettere questo servizio nelle mani di Cristo. Un mese dopo veniva chiamato a guidare la barca di Pietro il Vescovo di Buenos Aires che, dal 13 marzo 2013, è Papa Francesco Vescovo di Roma.

“Dare la vita per i fratelli”. Ci sono tanti modi per dare questa vita. La danno i Papi, come i volontari che soccorrono le popolazioni colpite dall’alluvione, come oggi, sabato 8 febbraio un silenzioso esercito di volontari raccoglie in oltre 3.000 farmacie i farmaci da banco che saranno poi distribuiti, attraverso gli Enti associati al Banco Farmaceutico, a oltre mezzo milione di malati poveri in Italia. Questo gesto porta aiuto a tante case, come in Via Verdi a Torino dove Gerarda si prende cura di sua sorella Ida, in coma vigile da vent’anni, bisognosa in continuazione di farmaci che senza l’aiuto del Banco Farmaceutico andrebbero a pesare moltissimo sul bilancio della famiglia. 

Da ultimo, a fine mese, entreremo nella settimana piena di luce con la Festa della Cattedra di San Pietro; in quel giorno ci saranno due avvenimenti luminosi: il primo Concistoro di Papa Francesco con la creazione di sedici nuovi cardinali, fra cui l’Arcivescovo di Perugia Gualtiero Bassetti, e l’anniversario della morte del Servo di Dio don Luigi Giussani (2005). Ha colpito tutti la scelta operata da Papa Francesco di tanti Vescovi di “periferia” chiamati a rivestire la porpora, per spogliare ancora di più il cardinalato da un’aurea principesca e far capire che si tratta di un servizio: consumarsi fino al sangue. “Uno che si fa prete”, dice il neo cardinale di Perugia, “è uno che vende la pelle a Cristo per darsi completamente: mi fido di Te e Ti seguo fino in fondo”. Il 22 febbraio ci riporta al giorno della morte di don Giussani, il sacerdote che irrompe nella scena della società e della Chiesa ambrosiana nel 1954 come insegnante di religione al liceo Berchet e poi all’Università Cattolica di Milano, autentico “segno di contraddizione” che educherà alla fede ed una ragione aperta migliaia e migliaia di giovani. 

È impossibile in poche righe condensare quanto il vento dello Spirito ha soffiato attraverso le parole, i gesti, il movimento nato da don Giussani, quasi un turbine di vita e di luce che ha scosso e scuoterà le coscienze. Cristo, luce che illumina le genti continuerà a scuotere le coscienze e a illuminare il mondo attraverso i suoi testimoni, i suoi profeti, i suoi Santi; a squarciare le tenebre che vorrebbero far sprofondare la Chiesa in una Ong, diretta dall’Onu, una Chiesa che si adegui di volta in volta alla mentalità dominante che si nutre degli idoli del sesso, del denaro e del potere. La Vita di don Giussani scritta da Alberto Savorana per chi la accosta giorno dopo giorno spalanca la ragione ed il cuore ad uno stupore commosso. Nel Vangelo di domenica Cristo ci invita ad essere la luce del mondo e il sale della terra. Don Giussani ha fatto della sua vita un’offerta, un sacrificio così fecondo da generare un popolo che ora lo segue in tutto il mondo. Si è consumato e si è fatto amico di tutti coloro che hanno a cuore la verità e non necessariamente la pensano allo stesso suo modo.

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