“Tra devoti entusiasti, clericali mugugnanti e laici che volonterosamente offrono la loro spiegazione, Papa Francesco va per la sua strada sostenuto da una fede formidabile. Tutto il resto attorno a lui è incerto”. Provo a spiegare che cosa penso di questo giudizio di Rusconi uscito su La Stampa di giovedì 13 marzo e cerco di farlo con parole semplici partendo soprattutto dalla mia esperienza di sequela al Papa, ai Papi e alla Chiesa. Domenica sera durante una cena tra amici don Stefano se ne esce con questa osservazione: “Sapete che mia sorella non è molto praticante, forse non lo è per nulla, ma l’altro giorno mentre vedeva un servizio su Papa Francesco dice a suo figlio, il piccolo Marco: ‘Guarda Marco, guarda il Papa! E’ come se Gesù fosse tornato sulla terra’”. Questa osservazione di una mamma non praticante è più profonda di quello che si possa pensare, anzi riassume tutto quello che vorrei dire su Papa Francesco.



Per prima cosa è vero che Francesco va per la sua strada, ma che strada è questa? Che ha percorso Cristo, che hanno percorso tutti i Pietro che si sono succeduti al primo apostolo, Santi e peccatori. E’ la strada della Chiesa “Semper reformanda” come disse il Cardinal Ratzinger al Meeting di Rimini. Questa, in ogni caso è la strada che ho visto percorrere dai Papi che ho conosciuto: Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e ora Francesco. Sempre questi Papi hanno riformato la Chiesa, anzitutto con la loro santità personale, ed ognuno con un personale carisma dato loro dallo Spirito Santo. In questo senso ha ragione Rusconi quando dice che Papa Francesco va per la sua strada. Mi permetto però di dire che non è vero che attorno a lui tutto è incerto. Bisogna passare dalla visione mediatica della Chiesa a quella reale. Anzitutto bisognerebbe conoscere il pensiero del Papa. Quanti stanno realmente leggendo l’esortazione apostolica “Evangeli Gaudium”? Vi accenno ad alcuni passaggi che mi hanno fatto sobbalzare sulla sedia dal numero 81 in poi sotto il titolo: “No all’accidia egoista”.



“Alcuni fanno resistenza a provare fino in fondo il gusto della missione e rimangono avvolti da una accidia paralizzante (n.81)” “Il problema non è sempre l’eccesso di attività ma soprattutto sono le attività vissute male… non si tratta di una fatica serena, ma tesa, pesante, insoddisfatta e, in definitiva, non accettata… per aver perso il reale contatto con la gente” (n.82) “Così prende forma il grigio pragmatismo della vita quotidiana, nel quale tutto apparentemente procede nella normalità, mentre in realtà la fede si va logorando e degenerando nella meschinità”.

E queste sono le parole del Papa emerito Ratzinger citate da Papa Francesco. “…i cristiani mummie da museo, delusi dalla realtà, dalla Chiesa o da se stessi, vivono la costante tentazione di attaccarsi ad una tristezza dolciastra senza speranza che si impadronisce del cuore come “il più prezioso degli elisir del demonio”. E queste sono parole di Bernanos dal “Diario di un curato di campagna” (n.83) “Una delle tentazioni più serie che soffocano il fervore e l’audacia è il senso di sconfitta che ci trasforma in pessimisti scontenti e disincantati dalla faccia scusa” (n.85).



Questi sono giudizi lanciati come pietre, ma anche un balsamo per chiunque segua il magistero della misericordia di questo grande Papa. E se poi guardiamo all’esperienza di tante parrocchie, movimenti, singoli cristiani che vivono la gioia della fede, una fede che serve per vivere, persone liete che non si vergognano di prendere la parola e contraddire apertamente gli stucchevoli ed ossessivi attacchi alla Chiesa dalle cattedre universitarie, allora siamo certi che non tutto è incerto, ma il carisma di Francesco, in continuità con i suoi predecessori sta creando un sommovimento che, grazie a Dio, è notato da tutti come una originalità cristiana che solo i Santi sanno portare nella storia. E’ passato un anno da quando i Cardinali hanno scelto Papa Bergoglio; il tempo corre veloce non perdiamoci questa occasione. E’ giusto dire: è come se Gesù fosse tornato sulla Terra, perché Egli prima di tornare al Padre ha detto: “Io sarò con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”. E decide Lui in quali circostanze, su quali strade e con quali persone rendersi presente.