Ci sono persone che non dimentichiamo. Che siano ancora tra noi o che il Padre eterno se le sia riprese fa differenza solo nelle forme, nelle modalità del rapporto. Queste cambiano, ma loro, le persone, restano presenti, ci sono, c’entrano con il nostro cuore e la nostra mente. Poco o tanto siamo consapevoli di essere fatti anche di loro. Oggi è l’anniversario della morte di monsignor Lorenzo Albacete. Un anno di riposo eterno dopo 73 vissuti appassionatamente e pericolosamente. Oggi è anche il 10º anniversario della morte della mia mamma. Ottant’anni vissuti pazientemente da figlia, moglie, e madre. Due vocazioni apparentemente così diverse eppure identiche nella loro radice e nel loro scopo: fare la volontà di Dio. 

La vita di Lorenzo ha toccato quella di una infinità di persone, credenti e non. Ai primi ha mostrato la vivezza, la gioiosa libertà dell’appartenere alla Chiesa. Agli occhi dei non credenti ha reso la fede cristiana non solo credibile e ragionevole, l’ha resa un fatto, un’esperienza umana totalmente affascinante. 

Mia mamma, come Lorenzo, ha risposto alle cose quotidiane che le venivano affidate. Solo che erano diverse.

C’è chi ricorda i propri defunti andando al cimitero tutti i giorni, chi, per scelta, non ci va mai. Io a Lorenzo penso tutte le mattine, e mentre dico una preghiera per lui mi rendo conto che in verità la sto dicendo per me. Avere memoria dei nostri morti non è un dovere morale e non è neanche una questione di rispetto perché costoro si meritano di essere ricordati. Commemorarli, portarne la memoria, significa riconoscere di cosa siamo fatti, esprimere la nostra gratitudine. E chiedere di continuare ad aiutarci come e più di prima, come e più di quando erano al nostro fianco. 

È così chi ci ha dato tanto in vita continua a darci dal paradiso. 

Mi manca Lorenzo. Mi manca la mamma. Ma è il tempo del loro riposo, quello eterno. A noi restano le tante cose che ci hanno insegnato e testimoniato. Cose che probabilmente in questo momento stanno condividendo nella loro eterna letizia, impastando teologia e scienza con la sfoglia fatta in casa.