“La bellezza salverà il mondo” di Fëdor Dostoevskij sarà il fil rouge de L’Artigiano in Fiera, che sabato 5 dicembre a Fiera Milano (Rho-Pero) darà il via alla sua ventesima edizione. Esiste un legame tra la citazione dello scrittore russo e l’esposizione delle arti e dei mestieri del mondo. Durante la rassegna migliaia di persone, ogni giorno, incontrano donne e uomini dall’Asia, dall’Africa, dall’Europa, dalle Americhe che, attraverso il loro lavoro, esprimono una tensione verso il bello e il buono. Così comunicano ciò che sono e ciò a cui aspirano, generando in chi li incontra un’esperienza di stupore.



Infatti l’esclamazione più frequente che si sente nei padiglioni è: “che bello, che buono”. Una semplice constatazione che testimonia il contatto con qualcosa di interessante e di attraente. Che stupisce, appunto.

Così, in un mondo che vive una “terza guerra mondiale a pezzi” (Papa Francesco), segnato dalla paura, dal vuoto e dalla solitudine, la gente che visita L’Artigiano in Fiera respira un clima di serenità, di pace, di festa. Ciò che accomuna chi organizza, chi espone e chi visita è il desiderio di incontrare l’altro, affinché la propria umanità ne esca arricchita.



Chiaramente l’evento è anche un’occasione per promuovere i prodotti artigianali ma durante la manifestazione non si avverte quell’affannosa e anonima corsa allo shopping che caratterizza i grandi centri commerciali.

I visitatori non sono, del resto, animati dalla “bulimia del consumo” tipica dei nostri tempi, che ha reso l’acquisto un modo per riempiere un “vuoto”, come se il senso della vita consistesse in ciò che ciascuno possiede. Al contrario, nel corso della rassegna, ogni prodotto comperato assume un valore particolare, perché rivela la storia di una persona che, parafrasando le parole di un’artigiana ungherese, “dona qualcosa di sé a un altro”. L’Artigiano in Fiera, quindi, rappresenta un vero e proprio fenomeno culturale e sociale.



I nostri artigiani, più o meno consapevolmente, sono infatti portavoce di un’economia a dimensione umana per la quale ogni individuo è il soggetto protagonista dello sviluppo. Raccolgono concretamente l’appello lanciato da Papa Francesco, che nell’enciclica «Laudato si» ha proposto una prospettiva di crescita sostenibile alla nostra società. 

Il Pontefice, in occasione del terzo Forum mondiale di sviluppo locale, ha dichiarato: «[…] “il piccolo è bello”, “il piccolo è buono”. Le ricorrenti crisi mondiali hanno dimostrato come le decisioni economiche che, in genere, cercano di promuovere il progresso di tutti tramite la generazione di nuovi consumi e il permanente incremento del profitto siano insostenibili per lo stesso andamento dell’economia globale. Si deve anche aggiungere che esse sono di per sé immorali, dal momento che lasciano al margine ogni domanda su ciò che è giusto e ciò che davvero serve al bene comune».

Per questa ragione, vogliamo adesso dare continuità alla manifestazione tutto l’anno, in tutto il mondo: Artimondo, l’e-commerce dedicato ai nostri espositori, nasce proprio per comunicare e promuovere, a livello globale, l’originalità e l’unicità che dal 1996 i nostri visitatori scoprono in fiera.