“Il Sussidiario dà i numeri”: s’intitolava così un editoriale di questo giornale del giugno 2009. In quell’occasione si ringraziavano i 720mila lettori unici raggiunti a un anno di distanza circa dalla nascita del quotidiano, un traguardo importante. Adesso, proprio mentre cade l’ottavo anniversario, i lettori unici al mese sono diventati undici milioni. Quello che interessa non è certo auto-incensarsi – anche perché i numeri dicono qualcosa, ma non quello che più conta – ma fare il punto, riflettendo su ciò che era ilsussidiario.net, quello che è oggi e dove è diretto, facendolo insieme ai lettori.

Questa avventura è iniziata senza avere né sicurezze né garanzie su come andare avanti. La Fondazione per la Sussidiarietà non aveva molti soldi a disposizione, non c’era alcun grosso imprenditore alle spalle, nessun piano editoriale, nessuna campagna di comunicazione, solo il mero passaparola.

Chi ci lavorava era spinto dal desiderio di scegliere e raccontare fatti, approfondirli e offrire tutto questo ai lettori.

Una funzione cioè da svolgere, non una linea partigiana da “far passare”, mantenendo vivo il desiderio di imparare e scoprire ogni giorno, secondo un’idea di impresa che cambia mano mano in base a ciò che succede, pur restando fedele al suo Dna.

In questa impresa, un gruppo di ragazzi nemmeno trentenni ci ha messo anima e corpo, senza lesinare sacrifici oltre che passione personale.

Così il giornale è cresciuto, coltivato con la cura che si riserva a un piccolo seme, seguendo i fatti cadenzati dalla vita quotidiana. Quello che è oggi, è venuto da solo, con gli errori e l’esperienza, ma confermando quella che era l’intuizione iniziale.

La mole di informazioni oggi disponibile sulla Rete è enorme, si vive in una sorta di torre di Babele dove si insegue l’ultima notizia, spesso forzando la mano del reale e anche del verosimile, e dove si legge tutto e il contrario di tutto.

La realtà è più frammentata che mai e la Rete spesso amplifica confusione e contrapposizioni, anche quelle personali. Basta affacciarsi un minuto nel mondo dei social network per affondare in questa fabbrica di opinioni, quasi sempre basate sulla sensazione che a fatica cede spazio all’approfondimento, alla domanda aperta, al dubbio, alla richiesta di poter cogliere più elementi. Tutto è così veloce che si finisce appunto per non approfondire nulla.

In questo senso ilsussidiario.net si è gettato nella mischia senza pretendere di imporre alcun pensiero “unico”. Talvolta accusato di non avere una linea, il quotidiano ha affrontato tutti i principali fatti di questo tempo, elaborando una sua precisa chiave di lettura, aperta e non ideologica, offrendo spazio alle opinioni di tutti, ritenendo che cercare continuamente punti di vista diversi fosse una ricchezza per tutti i lettori. 

Non è più tempo di schieramenti ideologici, ma di dialogo, per approfondire di più, per capire di più, per confrontarsi veramente e arricchirsi del contributo di tutti. Non è più tempo di scontri sterili e presuntuosi che mirano ad annichilire l’altro o a ricondurlo a “ragione”, ma è tempo di offrire più elementi perché ognuno possa cercare la verità secondo un suo percorso di ragione e libertà.

In questo modo si è cercato di offrire degli strumenti affinché il lettore potesse formarsi un giudizio proprio su quanto accade, coscienti che spesso invece avrebbe preferito farsi dettare la linea.

La cosa inaspettata, oltre al numero di lettori e alla possibilità di procedere con un bilancio in attivo, indipendenti da qualunque patron, sono i tanti autorevoli compagni di viaggio trovati. Una cerchia di diversa origine ed estrazione culturale, composta oggi da 640 personalità nazionali e internazionali, che accettano di scrivere gratuitamente, attratte da questo cammino di ricerca comune, e stimolate dal fatto di non ricevere condizionamenti. Negli anni, una cerchia di imprenditori interessati ai temi del lavoro, dell’impresa, della tecnologia, della scienza, della pubblica amministrazione, della politica, della società, del welfare e della cultura è diventata socia del giornale, supportando pagine dedicate e costituendo il Circolo del sussidiario, che sostiene e collabora al lavoro del giornale.

Senza di loro sarebbe impossibile sviluppare approfondimenti e interviste anche su argomenti che la maggior parte dei siti di informazione o la carta stampata non trattano o a cui dedicano soltanto poche righe. Anche e soprattutto se sono testimonianze di vita vera e positiva che vengono dalle periferie del mondo.

Il tutto non disdegnando alcun aspetto della realtà, dallo sport allo spettacolo, dal cinema alla televisione, alla musica. Talvolta riuscendo a suscitare con la testimonianza di un calciatore più desiderio di bellezza che con altri argomenti.

La sfida continua, il giornale potrebbe crescere ancora o ridimensionarsi di fronte alle sfide crescenti del mondo del web: lo sviluppo tecnologico “permanente”, dato di fatto di questa quarta rivoluzione industriale in cui ci troviamo, costringe a un continuo aggiornamento non solo nei mezzi, ma nei contenuti e nell’approccio e non è detto che ciò rimanga economicamente sostenibile. 

Ma quel che è successo finora dà speranza: il calabrone continua a volare, anche se teoricamente non potrebbe, mosso da persone che, in una contingenza così difficile, credono nella ricerca del vero, del bello, del giusto senza considerarsi le prime della classe.