NEW YORK — Finisce l’estate e si torna alla vita normale. Si rientra dalle ferie (per poche che siano qualcosa si fa anche qua), si ripongono ombrelloni, sdraio, piscinette, pinne, fucile ed occhiali (come si cantava tanti anni fa), riprende la scuola, le giornate si accorciano ed un po’ alla volta, ma presto, anche il tempo atmosferico comincerà ad immalinconirsi, invitando anche noi ad immalinconirci con lui. La vita normale…

In verità sembra proprio che in questo mondo quelli che possono vantare una cosiddetta vita “normale” siano pochi, tra guerre, violenze di ogni tipo, difficoltà economiche, povertà, solitudine, amare dipendenze, malattie ed anche il mistero delle calamità naturali. Tutte cose che certamente ci addolorano, ma che percepiamo sempre come lontane, quasi impalpabili finché non bussano forte proprio alla porta della vita nostra — che sarebbe quella normale. Una vita normale che colpita all’improvviso non ci appare più tale. E così quale sia questa vita “normale” a cui si torna una volta passata l’estate, nessuno lo sa.  

Qua in America, dove nel corso della nostra vita (normale) la gente (normale) in aereo viaggia parecchio, quando si risponde alla classica domanda “How was your flight?” (Com’è andato il viaggio?), per dire che tutto è andato come si deve, cioè che anche il viaggio come il resto della vita è stato normale, si sfodera un’altrettanto classica risposta: “Uneventful“. “Uneventful” vuol dire che non è successo nulla, letteralmente significa “privo di eventi”. Un viaggio uneventful è stato un viaggio senza avvenimenti. E’ questa la normalità a cui torniamo a questo punto dell’anno in quel viaggio della vita che ci porta via dall’estate? E’ questa la “norma”, la legge strutturale della nostra avventura umana? Che non succeda nulla di particolarmente serio o significativo tale da scuotere la nostra tranquillità in attesa di una, dieci, cento nuove estati?

Non c’è nulla di così noioso come un viaggio in cui non accade niente; non c’è nulla di più stancante di un tempo che trascorre senza che ci resti in mano un briciolo di significato. No, non siamo fatti così e non siamo fatti per questo. Basta aprire gli occhi per vederlo. Basterebbe osservare se stessi e quello che ci circonda per rendersi conto che la “norma” della vita è qualcosa di molto più pieno, ricco, imprevisto ed imprevedibile, bello ed anche drammatico della nostra sciatta idea di tranquillità. E’ un infinito, imprevedibile, meraviglioso e drammatico Mistero. Per questo chi ci ama ci augura di non essere mai tranquilli. Ad esserlo perderemmo tutto il bello!

Ci lasciamo un’altra estate alle spalle. Per alcuni sarà stato il tempo del meritato e necessario riposo, sarà stato il perdersi in un mare più azzurro di uno zaffiro o su qualche maestosa vetta innevata, o il trascorrere giornate liete con famiglia e amici. Per altri sarà stata una stagione di duro lavoro, e per altri ancora un tempo di sofferenza e lutto. Tutta vita “normale”, piena di avvenimenti, piena di Mistero. Se abbiamo saputo accogliere tutti questi doni inaspettati, se abbiamo imparato ad accoglierli, estate o autunno che sia farà poca differenza. Come diceva San Benedetto, il nostro quotidiano diventerà eroico, ed il nostro eroico quotidiano.