Egitto, il piano dell’Isis

<!-- p.p1 {margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; text-align: justify; font: 12.0px 'Times New Roman'; -webkit-text-stroke: #000000} span.s1 {font-kerning: none} --> I copti egiziani subiscono ancora attentati da parte dell'Isis, che vuole in realtà colpire al-Sisi e la sua voglia di promuovere un Islam più moderno e aperto, spiega FERNANDO DE HARO

La Domenica delle Palme è sempre un grande giorno per i fedeli copti. Accorrono molto presto alla Cattedrale di San Marco ad Alessandria. Al cancello di ingresso ci sono numerosi venditori di palme decorate, intagliate, intrecciate. Questa domenica le palme sono state più di un prodotto artigianale: sono state le palme per i nuovi martiri. Per coloro che hanno perso la vita sulle sponde del Mediterraneo, nella città raggiunta dal cristianesimo nel primo secolo e a Tanta. Ancora una volta le vittime sono persone comuni la cui unica colpa era quella di andare in chiesa, di portare la croce tatuata sul polso. Ancora una volta la Chiesa egiziana è la Chiesa dei martiri.



L’Isis attacca ancora i copti per destabilizzare il governo. Prima e dopo la primavera araba, i Fratelli musulmani hanno attaccato i cristiani per fare politica, per ottenere il potere quando non lo avevano e per conservarlo nei pochi mesi in cui l’hanno avuto. Ora però non sono loro a far male, ma l’Isis. E gli attacchi di domenica, in cui sono morte circa 50 persone, fanno parte di un medesimo piano che comprende anche l’attentato di dicembre contro la Cattedrale del Cairo e la pulizia etnica che ha costretto 150 famiglie a lasciare il Sinai.



Nel Sinai l’Isis ha voluto dimostrare di poter modificare la demografia. Con gli attentati di domenica scorsa e di dicembre vuole invece cambiare il regime politico egiziano, come ha fatto in Iraq e in Siria. L’obiettivo è al-Sisi, il Presidente credente, che scommette su un islam diverso, che con tutti i suoi limiti promuove un islam rispettoso della minoranza cristiana. Al-Sisi spinge al-Azhar, la grande moschea di riferimento per il mondo sunnita, a condannare la violenza religiosa e a riconoscere una cera libertà di coscienza. Al-Azhar ha appena tenuto a febbraio un grande simposio con il Vaticano riguardante la laicità e la cittadinanza nel mondo musulmano. Per questo, per il fatto che l’Egitto è il germoglio di un Islam che vuole aprirsi alla modernità, il Papa vuole recarsi al Cairo. 



L’Isis uccide i copti per impedire qualsiasi apertura dell’Islam. E i copti, la povera gente che porta la croce tatuata, mostrano la loro fede al mondo. Dalla Gerusalemme celeste li si sente con le loro palme acclamare Osanna!

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