L’Amore chiede permesso

Li conosceva, Cristo, gli umani: "In ognuno di noi c'è la stoffa di un tiranno, di un prepotente, il germe vitale di tremende possibilità" (F. Mauriac). Editoriale di MARCO POZZA

Poc’anzi — in prossimità di Cesarea di Filippo — il pescatore di Galilea si era sentito cucire addosso il più alto complemento-d’identità: “Tu sei Pietro, sopra questa pietra ci scommetto per-sempre la mia faccia. Nessun inferno potrà nulla contro di te”. L’Amore, amandolo, aveva reso amabile l’apostolo rude: l’aveva reso la base — campo-base, basamento, fondamenta — delle future altezze. Della sua massima altezza, l’altitudine delle vertigini: la Chiesa. Poi, tutto preoccupato che nessuno fraintendesse le sue intenzioni, comincia a parlare loro del dopo-domani, di ciò che accadrà dopo quell’inattesa dichiarazione d’appartenenza: “Che doveva andare a Gerusalemme, soffrire molto da parte degli anziani (…), e venire ucciso e risorgere il terzo giorno“. Parole che, all’istante, drizzarono in piedi tutta l’ansietà apostolica. 

Ancora Pietro, capoclasse: “No, a Gerusalemme tu non vai! Sei pazzo a dire così!” Poco tempo era passato — un battito di ciglia, un volo d’uccello, un esercito di sguardi confusi — e il complemento d’identità si tramuta in maledizione, complemento di differenza: “Va dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini“. Nessuno dubiti: non è l’amico-di-pesca a diventare Satana. E’ Satana, l’omicida, ad intrufolarsi tra le pieghe di quella storia. Ancora una volta, l’ennesima, non-l’ultima. “Che fartene — bisbigliò il serpente schifoso al pescatore — di un Dio in sofferenza, in croce. E’ inconcepibile, capisci?”. Eccolo lì, Satana: smascherato, pur viaggiando in mimetica! Dedicato a tutti quelli che, dopo la stagione delle tentazioni nel deserto, liquidarono la faccenda: “E’ stato sconfitto, è morto”. Lui ringrazia d’aver dato falsa notizia delle sue esequie: d’allora iniziò a decuplicare il suo fatturato. Che, a ben pensarci, ammontava già ad un’iradiddio di balle.

Li conosceva, Cristo, gli umani: “In ognuno di noi c’è la stoffa di un tiranno, di un prepotente, il germe vitale di tremende possibilità” (F. Mauriac). Il tempo del rimbrotto, dunque, durò poco: quel poco che sempre basta. Poi, ago e filo, il Maestro torna a ricucire i rapporti, senza retrocedere un millimetro dalla strada che porta a Gerusalemme. Qualcuno vorrà andare dove vado io? “Rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua“. Gli uomini, giunti a metà frase, metton sempre una via-di-fuga: “Però, c’è sempre un però”. Dio, a capo frase, lascia la libertà: “Se qualcuno“. 

Seguirlo è una possibilità, mica una condanna: nessuno obbliga ad andargli dietro. Per chi lo seguirà, nulla sarà dolce come il diventare ciò che Lui sogna l’uomo diventi. Ciò che chiede, alla fine dei conti, non è poco: “Rinnegarsi, crocifiggersi, seguirlo”. Non è tanto: di fronte alla Croce-regalata, cos’è un’intera vita di stenti? Né poco né troppo: è tutto. L’impossibile dell’uomo, il possibile di Dio. Che, poi, rinnegarsi mica è disprezzarsi, bestemmiarsi: è semplicemente stare-al-proprio-posto. Che è sempre quello dietro Cristo, al più mano nella mano, in braccio a Lui. Mai davanti, il gioco del Bastardo: “Va dietro a me, Satana“. E, da dietro, caricarsi la croce e andargli appresso, fino a prendergli la forma: crocifiggersi, paradosso tra tutti i paradossi, è conformarsi. La mia vita, venendoti dietro, lentamente prende la tua forma: t’assomiglio, Signore”: è l’altra faccia del complemento d’identità. Per poi seguirti. Il che, roba da non crederci, non s’era mai udito uscire prima dalla bocca di nessuna tre le mille divinità: l’Amore che chiede il permesso d’amarci. Nessuno l’aveva mai osato: “Mi concedi d’amarti? Mi piaci come sei”. Parole timide, disobbedienti.

Capiscono sempre poco gli apostoli: mi è d’incoraggiamento la loro sudata sequela. Della loro buffa caricatura di Dio, non gliene faccio colpa: in materia di comprensione mi sono gemelli. Ci sono giorni in cui mi metto davanti: “Lasciami fare”, Gli dico. Tracollo, tutt’al più barcollo: sono bocconcino ghiotto di Lucifero. Altri, invece, mi prende Lui e mi sbatte-dietro: “Lasciati amare, lasciami fare qualcosa per te” dice. Sono i giorni in cui sto-da-Dio. Protetto dalle sue spalle.

Ti potrebbe interessare anche

Ultime notizie

Ben Tornato!

Accedi al tuo account

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

Recupera la tua password

Inserisci il tuo nome utente o indirizzo email per reimpostare la password.