TERREMOTO IN MESSICO. Secondo terribile terremoto. Il Messico aveva appena concluso il triduo del lutto per il sisma nel Chapas, cento morti, 8.1 scala Richter. Ed ecco un altro rombo, le case si afflosciano e il terrore afferra la metropoli, Città del Messico, venti milioni in strada, che cercano di stare lontano dalle facciate sbrecciate e in migliaia invece che scostano le macerie, tentano di sentire le urla sotto le rovine, mentre le auto si aggrovigliano in cerca di una fuga verso dove non si capisce.
La Madonna di Guadalupe, la Morenita, patrona del Messico e del nuovo mondo, avrà molto da fare per dare riparo e consolazione alla sua gente. Chi è stato lì, ed io ho avuto la fortuna di accompagnarvi San Giovanni Paolo II nel maggio del 1990, sa che cos’è la fede dei poveri. Quante persecuzioni e tragedie hanno schiacciato le loro spalle. Eppure accorrendo lì dalla Vergine meticcia le madri affidavano i figli, il marito, e si congiungevano con il centro del cosmo e della storia, il loro Gesù raffigurato nei loro quadri come un contadino redentore. Ho usato il tempo passato: accadrà ancora, sta accadendo.
Adesso si tratta di non lasciare sola questa gente, mentre non sappiamo ancora l’entità della sciagura. L’America così pronta a costruire un muro gigantesco per tenersi lontano dal Messico, noi crediamo troverà il cuore per avvicinarsi aiutando questo grande Paese a riprendersi: non è solo la terra dei narcotrafficanti e delle bande assassine, ma delle madri la cui preghiera salva il mondo, e guarisce anche noi.