NEW YORK — E’ passato quasi un anno, eppure sebbene più volte abbia pensato di scriverne, non l’ho mai fatto. Mi è tornato in mente – che è un’espressione in questo caso inadeguata perché implica che dalla mente se ne fosse andato – proprio in questi giorni probabilmente perché arriva Thanksgiving, il giorno del ringraziamento. Forse anche leggere di Carlos Ghosn ha contribuito. Ghosn, il capo del più grande impero automobilistico (Nissan-Renault-Mitubishi), arrestato in Giappone per aver dichiarato redditi di una cinquantina di milioni inferiori a quelli effettivamente percepiti… Che bisogno c’era di farlo? Non guadagnava a sufficienza? Non aveva abbastanza per starsene contento e possibilmente trovare anche un attimo per ringraziare qualcuno per tutto quello che ha ricevuto, come quel fiuto per il business che gli ha permesso di mettere insieme quello che è stato capace di mettere insieme?



Un mio coetaneo, padre di un giovane amico, ogni volta che mi incontra mi apostrofa con un “Riro, you are a rich man!”, sei un uomo ricco. Lo vedrò per il pranzo di Thanksgiving e sono certo che me lo ripeterà. Dapprima quando me lo sentivo dire lo guardavo tra l’ironico ed il perplesso, sorridevo e scuotevo la testa. Nel tempo però ho imparato a rispondergli. Da quando ho capito che non si riferiva ai soldi (che non ho mai saputo dove abitino) la mia replica è diventata un perenne, “Yes, I am, by God’s grace I am”, è vero, per grazia di Dio. Dove sta la ricchezza? Nelle cose della vita, a volte così misteriose. La chiave della letizia, che è il sorriso del cuore, è la gratitudine – altra non ce n’è. Non è questione di accontentarsi, è proprio questione di accorgerci di quel che ci è dato. Per questo amo Thanksgiving, perché mi aiuta a ricordare che sono un “uomo ricco”.



Ma, riprendendo quel che scrivevo all’inizio, cos’è che mi è tornato in mente? Qual è l’immagine, il ricordo/pensiero dominante di questo Thanksgiving tra la California che brucia, i politicanti che si scorticano la pelle di dosso, sparatorie a Chicago, Denver, Philadelphia, un popolo di migranti bloccato al confine e Wall Street che imbarca acqua e si mangia i nostri sparuti risparmi?

Questa mattina il pensiero di gratitudine è andato ad una strana ed inattesa cosa della vita, quell’invito di gennaio scorso a cantare e suonare per le Suore trappiste di Vitorchiano. Aver cantato e suonato per loro e con loro. Non so se siete mai stati a trovarle. La prima volta che ci andai, più di quarant’anni fa, vederle (poco, perché la loro è clausura stretta), e sentirle pregare e cantare, spazzò via in un istante il senso di fastidio ed insofferenza verso le suore in generale ereditato dagli anni dell’asilo, nonché il preconcetto che chi stava chiuso lì, in clausura, nulla sapesse del mondo fuori, del mondo “vero” in cui viviamo noi. Quello di Vitorchiano è stato il suonare ed il cantare più bello della mia vita. Non mi aspettavo che conoscessero le mie vecchie canzoni e tantomeno che volessero imparare quelle nuove; non mi aspettavo che quelle voci che poco prima avevo sentito sussurrare in melodia con profonda tenerezza ed infinita bellezza inni e preghiere si mettessero a cantare in inglese. E’ stato il cantare più bello, ed anche il più umile perché una spalla totalmente sfasciata mi ha permesso a malapena di imbracciare la chitarra e di suonare poveramente e con dolore. Così, invece di ingolfarmi di vanagloria, per tutto il tempo non ho fatto altro che pensare che stavo ricevendo cento volte di più di quello che ero capace di dare, e che non possiedo niente ma tutto mi è donato, compresa la “mia” musica.

Ecco cosa mi è venuto in mente questa mattina mentre facevo qualche esercizio per la mia spalla riparata chirurgicamente. Ho pensato all’amico che mi ha voluto operare senza farmi spendere un dollaro, ho pensato a “Riro, you are a rich man”, ho pensato a Ghosn che non ha mai capito da dove venissero “i suoi milioni”, ho pensato a quel tempo trascorso a Vitorchiano, ho pensato che è Thanksgiving, che è sempre tempo di ringraziare, tempo di essere grati. Be grateful, stay glad.

Happy Thanksgiving!