Cerro Esmeralda si trova a meno di un’ora di macchina dal centro di Lima, dove si è svolto il Vertice delle Americhe. Sembra però che ci sia un abisso a separare il quartiere di Huachipa dal Gran Teatro Nacional, a San Borja, dove le strade sono ben asfaltate e pulite. A Cerro Esmeralda la terra è color argilla, come il materiale che serve per fabbricare mattoni e che ha dato da mangiare a diverse generazioni da quando arrivarono dal Perù più povero i primi abitanti di questo insediamento informale, dove il numero di poveri è cresciuto nel tempo. La terra del Cerro Esmeralda è polvere perché raramente cade il garua, la pioggerella di Lima che bagna poco. E la polvere è dura, come la vita qui. 

I giovani si uniscono presto, non si sposano. Le ragazze rimangono spesso incinte prima dei 17 anni e si uniscono ai genitori dei loro figli, spesso senza che ci sia amore. Le coppie di solito non condividono quel poco che hanno e gli uomini spesso cercano un’altra donna. I giovani padri lavorano facendo mattoni, guidando taxi o vendendo qualcosa nei mercati della città. A loro non piace che le giovani madri siano lontane da casa. Spesso c’è violenza domestica e molto alcol per accompagnare la miseria. E i bambini di Cerro Esmeralda crescono senza affetto. Quando tornano a casa da scuola non hanno né tempo, né voglia di studiare, né un luogo per farlo. E senza studio non c’è futuro.

Non c’è molto verde negli occhi dei bambini di Cerro Esmeralda perché la polvere riempie tutto. Le fattorie, i piccoli campi che venivano riforniti di acqua dal fiume, sono stati abbandonati. La febbre dei mattoni è stata molto forte e ha cambiato il terreno. Il superciclo delle materie prime, che, grazie allo sfruttamento minerario, ha dato tassi di crescita al Perù del 7% l’anno, ha provocato un’intensa attività di fabbricazione di mattoni a Huachipa. Ma la pioggia di milioni caduti tra il 2003 e il 2013 in buona parte dell’America Latina ha sorpreso molte aree prive di capacità o volontà di diversificarsi economicamente, senza consolidate istituzioni democratiche, senza un buon governo, come lo chiamano ora. E il denaro è finito, non c’è garua milionaria e molte cose sono rimaste le stesse di prima a Huachipa.

A Cerro Esmeralda non si parla molto del Vertice delle Americhe a cui non ha partecipato Trump, in cui Maduro è stato isolato e in cui sono state cercate misure contro la corruzione. Un vertice per parlare di corruzione quando Lula è stato appena messo in prigione e quando l’ex Presidente peruviano Kuczynski è stato costretto a dimettersi per il caso Odebrecht. Il Vertice delle Americhe mette in chiaro che lo sviluppo non è solo una questione di denaro. Le cose sarebbero andate diversamente a Huachipa se i sindaci negli anni fossero stati onesti, se non avessero cercato di conquistare la benevolenza dei leader delle comunità in cambio di poco. E ci sarebbero certamente acqua corrente e servizi igienici. E i residenti di Huachipa e Cerro Esmeralda non dovrebbero spendere quello che spendono per pagare i servizi di base.

Ma anche la buona politica non sarebbe stata sufficiente per recuperare il verde che gli occhi dei bambini di Cerro Esmeralda non possono vedere. C’è bisogno di qualcuno che voglia loro bene, li accompagni, li educhi. Ed è quello che è successo a Noelia, una figlia di genitori adolescenti di Cerro Esmeralda. Sotto la collina c’è un piccolo pezzo di terra su cui cresce un’erba robusta. Attorno a questo piccolo appezzamento sono stati creati e funzionano dalla fine degli anni ’90, grazie all’Ong Cesal, un centro di assistenza all’infanzia per bambini sotto i 6 anni, un centro di supporto educativo per adolescenti e un centro di formazione professionale. Noelia da piccola è stata al centro per bambini e poi a quello di supporto educativo. Accanto all’erba robusta ha imparato che c’era qualcosa di più della polvere delle botte e dell’alcol che vedeva a casa. Amata, ha imparato a studiare. 

Qualche giorno fa Noelia è riuscita a diplomarsi all’alberghiero. Alcune sue amiche seguono i corsi di cucina e cucito che vengono insegnati molto vicino a dove ha trovato una seconda famiglia. Molte hanno creato una piccola azienda. Ora né Noelia, né le sue amiche accetteranno che un uomo metta le mani su di loro e le sottometta, perché quando ti senti veramente stimato non si può tornare indietro. Gli occhi di Noelia che hanno visto il verde sotto Cerro Esmeralda spiegano ciò di cui il Perù ha bisogno, come tutta l’America: fattorie dove venga coltivato l’umano.