Con una lettera aperta a giovani economisti, imprenditori e imprenditrici di tutto il mondo, di ogni credo e nazionalità, papa Francesco ha indetto una tre giorni per “studiare e praticare una economia diversa”. Ispirato al santo patrono d’Europa, l’appuntamento è intitolato “Economy of Francesco” e si terrà ad Assisi dal 26 al 28 marzo 2020. Nella lettera il Papa afferma: “Le vostre università, le vostre imprese, le vostre organizzazioni sono cantieri di speranza per costruire altri modi di intendere l’economia e il progresso, per combattere la cultura dello scarto, per dare voce a chi non ne ha, per proporre nuovi stili di vita”.
Vale la pena soffermarsi sulla portata di questa grande iniziativa, che ha già cominciato a stimolare l’interesse di tanti giovani, tanto che sarà presentata e, in un certo modo, anticipata al Meeting di Rimini del prossimo agosto.
La crisi economica del 2008 ha messo la parola fine all’illusione sulle “magnifiche sorti e progressive” che dominava fino a quel momento. La monocultura neoliberista, nell’idea che lo sviluppo porterà prima o poi il benessere a tutti, ritiene ogni crisi congiunturale un male inevitabile (se non necessario), ed “esternalità negative”, le storture prodotte, quali la disuguaglianza crescente, le enormi rendite finanziarie, lo sviluppo senza occupazione, l’asservimento della vita dell’uomo al lavoro, il cambiamento climatico e la distruzione del pianeta.
Da dove ricominciare per dare una nuova prospettiva al sistema economico mondiale? Da più di un ventennio si è cominciato a usare il termine “sostenibilità” per affermare una cosa molto semplice: lo scopo dello sviluppo è il bene comune. L’Onu ha fissato 17 obiettivi di sostenibilità per il 2030 che toccano un’ampia gamma di temi economici, sociali, ambientali. Per capire da dove ricominciare, e per apprezzare così il valore dell’iniziativa del Papa, occorre comprendere qual è il punto che connette ogni obiettivo di sostenibilità, cioè di bene comune: la centralità della persona e della cultura conseguente, ovvero la sussidiarietà.
Il professor Giancarlo Mazzocchi e la scuola economica dell’Università Cattolica degli anni Settanta facevano riferimento a un tipo di impresa che metteva al centro non le “risorse umane”, ma la persona come risorsa e perseguivano il loro profitto tenendo conto del bene della comunità e del territorio in cui operavano. Proprio quelle dimensioni che sono ignorate da politici ed economisti responsabili dello sconquasso attuale. Da qualche tempo si è cominciato a indagare a livello globale le qualità umane in gioco nell’apprendimento e nel lavoro, i character skills: responsabilità, stabilità emotiva, motivazione, capacità di imparare dall’esperienza e dalla realtà, empatia e amicalità nel lavoro, senso del proprio destino. Questi studi non delineano nuovi schemi economici ma rimettono “semplicemente” la persona nella sua integralità al centro della vita economica, dopo che era stata espulsa dai tanti (in epoca positivista, neoclassica e monetarista odierna) che hanno pensato che l’economia sia come una scienza naturale e per questo soggetta a meccanismi prevedibili e da indagare.
Invece, ogni novità positiva in economia nasce dai desideri, dalla domanda di felicità, anche dal senso religioso degli esseri umani, e dallo scambio tra persone che avviene nelle formazioni sociali e nei corpi intermedi.
Da questo punto di vista, si può cogliere la genialità dell’iniziativa di papa Francesco. Nella Laudato si’ aveva delineato i limiti di un “modello vorace, orientato al profitto, con un orizzonte limitato, e basato sull’illusione della crescita economica illimitata”. Però poi il Papa non cerca di operare correttivi mediante una nuova teoria, una “terza via” cattolica in economia. E non mette in campo una strategia politica, “dall’alto”, attraverso relazioni istituzionali. Quello che fa invece è offrire il suo contributo alla formazione delle nuove generazioni perché possano dare vita a nuove teorie e nuove prassi, proponendo ai giovani di tutto il mondo di incontrarsi tra “chi oggi si sta formando e sta iniziando a studiare e praticare una economia diversa, quella che fa vivere e non uccide, include e non esclude, umanizza e non disumanizza, si prende cura del creato e non lo depreda. Un evento che ci aiuti a stare insieme e conoscerci, e ci conduca a fare un “patto” per cambiare l’attuale economia e dare un’anima all’economia di domani”.
Il Papa chiede ai giovani di interrogarsi su come il loro desiderio di una vita vera e piena, li spinga a immaginare e costruire un’economia dove prevalgano lo sviluppo sostenibile e il rispetto dell’ambiente, l’accoglienza della vita e la cura della famiglia, l’equità sociale e la dignità dei lavoratori. Vuole, come ogni grande educatore, non sostituire la responsabilità dei giovani, ma spronarli a mettersi in azione nella loro vita professionale perché diventino il soggetto di questo cambiamento epocale. Perciò, da qui a marzo 2020 si susseguiranno eventi che costruiranno il movimento di giovani economisti che si ritroveranno ad Assisi e il primo di questi avverrà nell’area “sussidiarietà&lavoro” al Meeting di Rimini 2019, dove Luigino Bruni, professore di Economia all’Università di Roma Lumsa, direttore scientifico di “The Economy of Francesco” dialogherà con tutti i giovani che vogliono cominciare questo percorso: è un’occasione da non perdere per questo nuovo inizio nell’economia mondiale.