Fca e Renault – e dietro di loro una certa Francia e una certa Italia – cercano “più Europa”. È un’idea – l’Europa – che sta attraversando una fase di grande impopolarità: nell’Italia del Governo gialloverde così come nella Francia spaccata fra Macron, Le Pen e gilet jaunes. Ma vista dal Lingotto e da Boulogne-Billancourt – e anche da Detroit – “più Europa” è l’unica reale road ahead, la sola via convincente che si apre davanti a due giganti dell’automotive che navigano nella globalità tecnologica e geopolitica. È uno dei tanti futuri prossimi che sfidano l’Europa, tutta l’Europa: sia quella che vuol puntare ancora su di sé, sia quella che pensa di poter fare a meno di quello che è stato costruito dal 1957 in poi.
Sia Fca che Renault sono già più che europee: l’una ha una gamba negli Usa, l’altra in Asia. Ma è difficile non vedere come abbiano messo in cantiere un’aggregazione strategica in quanto europee: non per chiudersi in un’Europa fortilizio, ma per competere meglio dall’Europa. Gli analisti hanno già messo in fila punti di forza e di debolezza industriali e finanziari, opportunità e rischi potenziali di un progetto che potrebbe anche non arrivare al traguardo. La rete di vendita Fca in Usa a disposizione anche di Renault. Oppure: le economie di scala e di scopo, la capacità di investimento di cui beneficerebbe Fca in affanno sul fronte dell’automobilità di nuova generazione, verde e digitale. E se anche le batterie dovranno essere acquistate dalla Cina ricca di “terre rare”, sarà più facile negoziarlo per il terzo produttore globale dopo Volkswagen e Toyota, avendo alle spalle l’Europa, non due governi nazionali. Ma riusciranno a convivere lo Stato francese e la famiglia Agnelli?
L’unica considerazione possibile in questa fase è: dipenderà essenzialmente da loro. Dipenderà dalla fiducia che azionisti, manager, sindacati di Fca e Renault avranno nel progetto europeo. E se la decisione di fondere i due gruppi sarà alla fine formalizzata, non sarà affatto facile opporvisi: meno che meno con argomenti anti-europei. Anzi: dopo un anno segnato anche dal minimo storico nelle relazioni fra Francia e Italia – Paesi fondatori dell’Unione assieme alla Germania – gli stessi colloqui strategici fra Fca e Renault stanno già togliendo credibilità alla narrazione di un’Europa obsoleta e moribonda, fonte di problemi e non invece fabbrica vitale di soluzioni.