Meeting, salvare lo sguardo e il fegato

È finito il Meeting di Rimini. Anche dopo quarant’anni, non delude: mantiene lo stesso sguardo nuovo sul mondo

Questa poi. Un fiolìn che avrà sei o sette anni che fa lo strillone. Ti propone deciso l’acquisto di un imprescindibile fascicolo speciale. In realtà non è solo. È la mascotte di una gaia brigata di ragazzine più grandi, di 10-11 anni,  che fanno la stessa cosa nel caravanserraglio della Hall Sud. Hanno genitori volontari e hanno deciso di seguirne l’esempio. Liberamente, non da polli di allevamento. Ma perché? Come mai vi è venuto in mente? “Le persone ci fanno un sorriso e noi ricambiamo con un sorriso”.



Questo è Meeting: stupore per qualcosa che accade. Accade, ora, anche per il veterano con stecca di 40 estati di servizio in fiera: produce, e riceve, stupore. Così vive con lo sguardo spalancato del fiòlin e non con il ciglio grave del reduce che borbotta perché si sono persi i veri valori e non è più come una volta. Questa turba multi-età (e ormai anche multietnica) che si aggira e si adopra da queste parti con lieta gratuità è in nuce l’Italia che può tornare a cantare, almeno al mattino quando si fa la barba o quando stira le camicie, e così realizza anche il miracolo economico.



IL Meeting è come la Chimera di Mario Schifano esposta nella mostra Now Now. Una dinamica creativa – in questo senso poetica e artistica – sotto gli occhi di tutti. Che accade sotto gli occhi di tutti quelli che vi partecipano, finendo per stupirli, proprio come l’opera del grande pittore italiano: subissata dai contestatori quando non la guardavano e non la potevano vedere bene, mentre veniva dipinta a terra; poi accolta dal silenzio assoluto della meraviglia quando fu messa in verticale. “Nell’opera si coglie un respiro, una larghezza di sguardo innamorato del mondo” (Giuseppe Frangi). È o non è il respiro e lo sguardo del Meeting?



È uno di quei quadri in cui “ci si vorrebbe tuffare dentro, tanto attraggono per quella dimensione di meraviglia che li costituisce. È la meraviglia da primo sguardo sul mondo”. Quello stesso sguardo del fiòlin che fa lo strillone e che è l’emblema del Meeting che prosegue e prosegue nella storia perché nasce e rinasce ogni volta.

È lo stesso sguardo del terroncino di tre anni venuto su a Milano con il papà e le valigie di cartone, che Jannacci ha cantato in Ohe! sun chì. Estraneo e spaesatissimo; però guarda. Vede le case alte, gli altri bambini giocare appesi al tram sopra i respingenti e allora senza indugio, salta su con loro, e da lì vede una straordinaria giostra di gente, case, nuvole, e impara ad amare la sua città, che ce l’ha dentro negli occhi da quand’era un fiòlin.

Ecco. Il Meeting è come la Chimera di Schifano. O come i respingenti del tram. Che ti fa affrontare il casino con gli occhi colmi di meraviglia e non con il fegato pieno di incazzatura.

Ti potrebbe interessare anche

Ultime notizie

Ben Tornato!

Accedi al tuo account

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

Recupera la tua password

Inserisci il tuo nome utente o indirizzo email per reimpostare la password.