Dove nasce la sfiducia sui vaccini

Sono molti quelli che potrebbero vaccinarsi ma non vogliono farlo. C'è una sfiducia generata da come è stata affrontata la pandemia dalla politica

“In Spain we say joder que largo”, canta Rigoberta Bandini, la nuova voce della musica elettronica in Spagna. Mescola il castigliano con l’inglese. “In Spain we call it soledad”, questo il titolo della canzone, dettaglia gli effetti della pandemia su un’anima giovane. Paradossi del momento: ora che l’allungamento del tempo e la riduzione dello spazio portato dal Covid potrebbe finire appare un grande dubbio. È una sfiducia che non riguarda né i danni sanitari, né quelli economici provocati dal virus, ma è un’insicurezza che riguarda la ragione.



La scorsa settimana l’Ue non ha voluto stabilire una data per una vaccinazione rilevante della popolazione europea nel 2021, chiedendo piani nazionali di vaccinazione, e ha ricordato che è necessaria ancora l’approvazione dell’Agenzia europea per i medicinali. Le operazioni logistiche saranno complicate: il vaccino di Pfizer deve essere conservato a 70 gradi sottozero, quello di Moderna a -20. In ogni caso, i tassi di efficacia sono superiori al 90%, molto di più di quanto inizialmente previsto, una volta che i comunicati stampa delle case farmaceutiche saranno confermati dagli studi scientifici in procinto di essere pubblicati. La soluzione può essere vicina.



Covax, la piattaforma di 187 Paesi creata per portare le cure in tutti gli angoli del pianeta, sta lavorando perché 2 miliardi vaccini vengano distribuiti il prossimo anno. Senza immunizzare un 60% dei più di 7 miliardi di popolazione mondiale non potremo dare per superata la pandemia. Tuttavia, almeno c’è un percorso, ancora con tempi incerti, ma con una chiara meta.

Su questa strada è apparsa un’incertezza morale: sono molti quelli che potrebbero vaccinarsi ma non vogliono farlo. Non stiamo parlando di quella minoranza, il 4%, che nutrendosi di teorie cospirative considera una minaccia ogni tipo di immunizzazione da una malattia. Gli ultimi sondaggi rilevano che il 47% degli spagnoli non è disposto a vaccinarsi subito. Le ricerche del  Pew Research Center indicano che negli Stati Uniti, da maggio a settembre, la percentuale dei cittadini disposti a vaccinarsi è scesa dal 72% al 51%. La fiducia nel vaccino è diminuita di venti punti in tutti i livelli di istruzione e meno della metà degli intervistati tra i 30 e i 49 anni dichiara di essere disposti a vaccinarsi.



Nature Medicine ha condotto un’interessante ricerca che confronta l’accettazione dei vaccini per il Covid in 19 Paesi. I cittadini della Cina e della Corea del Sud sono quelli più favorevoli, anche se nel caso della Cina ogni dato statistico va discusso. Qualche giorno fa, il Partito comunista cinese ha dichiarato che il modello della repressione delle libertà è il migliore per combattere una pandemia. Non ci si può quindi fidare delle risposte a nessun sondaggio e resta ancora da confermare la verità delle informazioni sulla seconda ondata. Il caso della Corea del Sud è molto significativo: nei Paesi in cui i cittadini sono soddisfatti di come il Governo ha gestito il Covid, la disponibilità a vaccinarsi è maggiore.

La fiducia nella gestione politica e la fiducia nella bontà di un farmaco sono in linea di massima due cose diverse: nel primo caso si utilizza la ragione sociale, nel secondo la ragione scientifica. Da molto tempo, la comunità scientifica ha riconosciuto che esistono più vie per acquisire certezza su qualcosa. Ciò che colpisce è che la lunga lista di modi che usiamo per ragionare si sia unificata a motivo della pandemia. L’unificazione non è però avvenuta intorno a uno dei classici metodi scientifici, la sperimentazione: l’unico metodo ora è l’affidabilità del testimone. Le case farmaceutiche riferiscono di aver fatto le opportune sperimentazioni e che il vaccino funziona, ma non gli si dà credito. I cittadini non hanno mezzi per verificare che le sperimentazioni siano state ben fatte, hanno bisogno di credere a qualcuno che sia degno della loro fiducia. E la ragione, che alla fine è una sola, ferita per la sfiducia causata dalla gestione politica, trasferisce i suoi sospetti fino all’ambito medico.

Rigoberta Bandini dice che vuole uscire dal Covid imparando qualcosa. Imparare come funziona la nostra ragione, imparare come si genera la fiducia, sarebbe un grande apprendimento.

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