Sabato scorso il presidente dell’Acri, Francesco Profumo, recentemente confermato ai vertici della Compagnia San Paolo. Due giorni dopo Giuseppe Guzzetti che l’anno scorso ha passato il testimone a Profumo, dopo aver guidato per due decenni sia la Fondazione Cariplo sia l’associazione degli Enti nati trent’anni fa dalla riforma Amato-Carli. Ieri, infine, sul Sussidiario.net, il successore di Guzzetti al vertice della Cariplo, Giovanni Fosti. Tre voci al massimo livello per un solo messaggio: le Fondazioni italiane di origine bancaria non hanno mai chiuso per lockdown e sono apertissime alla Fase 2. Hanno stanziato e spesso già erogato molte decine di milioni – spesso oltre i budget – per sostenere i territori di un Paese in sofferenza. Sono state in prima fila sul fronte della coesione sociale e lo restano ora che che l’emergenza si sposta sul terreno della ricostruzione economica. 



Non è stata voglia di protagonismo a muovere Profumo, Guzzetti e Fosti: abituati a parlare con i fatti attraverso le loro istituzioni. Una forza dei fatti che tre leader della comunità delle Fondazioni dell’Acri hanno voluto comunque ribadire con legittima pacatezza quando il ruolo degli Enti sembra tornare nel mirino di campagne d’opinione che sembrano profilare nuovo tentativi ostili nei confronti degli Enti e della loro normativa. Quest’ultima, val la pena di ricordarlo, è ancora quella largamente fissata dalla legge Ciampi del 1999 e – soprattutto – sancita a livello costituzionale dalla Consulta nel 2003. È stata questa pronuncia a indicare nelle Fondazioni i soggetti autonomi ed esemplari della sussidiarietà, di una nuova strategia di “organizzazione delle libertà sociali” nel percorso evolutivo della democrazia italiana disegnato dalla riforma del titolo V della Carta. 



Da allora anche le Fondazioni hanno dovuto fronteggiare i lunghi anni di crisi che hanno colpito l’intero sistema-Paese. Ma non sono venute meno al loro ruolo istituzionale in campo erogativo e non hanno fatto mancare il loro supporto alle grandi banche italiane o alla funzione crescente della Cassa depositi e prestiti. Le nomine di Profumo e Fosti hanno d’altronde confermato la funzionalità di una “governance” ormai collaudata sul crinale – chiaramente individuato dalla legge – della “non prevalenza degli enti locali sulla rappresentanza della società civile”. 



Non sorprende che le ondate di populismo che hanno preso a scuotere il Paese provino a investire un’infrastruttura sociale portante, anzitutto a beneficio del Terzo settore. Non stupisce neppure che l’Acri e le grandi Fondazioni non mostrino esitazioni nel difendere un’esperienza divenuta ormai a pieno titolo parte dell’identità italiana.