Non è avaro di notizie il 21esimo Rapporto su “Gli italiani e il risparmio” pubblicato da Acri e Ipsos alla vigilia della 97esima Giornata del Risparmio. Fra le “good news” – almeno sul piano statistico – spicca quel 45% del campione che ha affermato di aver generato risparmio negli ultimi dodici mesi, cioè ancora nel pieno della pandemia. Ed è presumibile che siano gli stessi italiani che – nell’indagine – abbiano spinto al miglioramento il clima generale di fiducia (il 54% degli intervistati è convinto che la fase socioeconomicamente più critica dell’emergenza Covid sia alle spalle).

Una vasta zona d’ombra della fotografia Acri-Ipsos si estende invece ancora a quel 49% di italiani (in crescita rispetto all’ottobre 2020) che dichiara di aver intaccato le risorse a propria disposizione (è in aumento anche dal 16% al 19% la quota di coloro che dichiara di aver dovuto far ricorso a prestiti). È qui certamente più debole e lenta la percezione – intercettata invece in via generale dal Rapporto – che il varo del Pnrr e delle politiche di Recovery predisposte dal Governo e dall’Ue rappresentino una svolta strategica nelle prospettive del sistema-Paese. Quest’ultimo – traguardato attraverso una lente di prima importanza e squisitamente italiana come il risparmio – appare per l’ennesima volta diviso, “diseguale”.

L’Italia che risparmia – che continua a risparmiare, a credere nel risparmio – emerge sempre meno connessa con quella che avrebbe necessità che quel risparmio rivitalizzasse l’Azienda-Paese: il Pil, l’occupazione, gli investimenti privati. È il fossato profondo che separa il record di risparmio privato (oltre 1.800 miliardi liquidi giacenti sui conti bancari e postali) con l’ennesimo record di debito pubblico (2.725 miliardi a settembre). La leva fiscale – ora più integrata a livello Ue – sta movimentando grandezze finanziarie via debito: contando per ora su ritmi inflazionistici non ancora preoccupanti. Ma il risparmio privato – certamente quello degli italiani – sta ancora a guardare: non senza motivo. 

E la sfida più impegnativa – per il Governo Draghi – si annuncia probabilmente questa: che va a investire direttamente anche il riassetto del sistema bancario. Sarà quindi oltremodo interessante ascoltare il faccia a faccia fra il ministro dell’Economia, Daniele Franco, il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, il leader delle Fondazioni, Francesco Profumo, e il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, nella sessione ufficiale conclusiva della Giornata del Risparmio.

— — — —

Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.

SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI