Se non incontri il povero, la crisi non la vedi

La crisi ha aumentato le disuguaglianze. Trascurare chi resta indietro è pericoloso per tutti. Il commento di GIORGIO VITTADINI sul QN

Milena è una veterana del Banco di solidarietà della provincia marchigiana. Negli anni ha portato pacchi alimentari a tante persone in difficoltà e per decidersi ad aiutarle non ha mai avuto bisogno di sapere altro se non che fossero in uno stato di bisogno perché “è così che si fa”. Eppure, quando per la prima volta entra in casa di Anna, per un momento pensa di lasciare i viveri e scappare via. La puzza, il disordine, il cane la colgono sull’uscio prima che la padrona di casa, con evidenti problemi fisici e un aspetto trasandato, la raggiunga. Milena si ferma un istante e si ricorda della rete di volontari con cui condivide quell’impegno. Lei non si sente sola. Anna lo è.

Oltre che nella povertà, il virus che circola, ha buttato nella solitudine tante, troppe persone. Per questo, sapere che l’impatto economico della pandemia sia stato sovrastimato, così come ha affermato Jean Boivin, direttore del centro studi di BlackRock, uno dei più grandi investitori del mondo, può ridare fiducia fino a un certo punto.

Se infatti le perdite sarebbero soltanto un quarto di quelle subite nel 2008-2009 e l’economia, come una molla trattenuta, potrebbe “scattare” presto una volta rilasciata, che cosa può dare il “rimbalzo” della speranza, a rimettere in moto chi si è fermato?

L’anno appena trascorso ha gettato nella povertà assoluta un milione di persone in più, secondo la recente rilevazione dell’Istat. Secondo l’ottavo Rapporto dell’Osservatorio sulla Povertà sanitaria del Banco Farmaceutico, con la pandemia le persone povere spendono solo 10,15 euro mensili per cure mediche, a fronte di una spesa del resto della popolazione di 65 euro.

Non si tratta solo di recuperare uno spirito di solidarietà, grande conquista della nostra civiltà. Trascurare alcuni diventa pericoloso per tutti, non solo dal punto di vista sanitario perché il virus non ha barriere, ma anche sociale, perché alla lunga una disuguaglianza crescente rende insostenibile un sistema.

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