Dei 224 secondi spesi da Mario Draghi per aprire la due giorni “Sud, i progetti per ripartire” un paio verso la fine dell’intervento si sono subito aggiunti alla Draghinomics in via di rapida formazione presso l’intera opinione pubblica nazionale.

“Spendere tutto, spendere bene” – stessa efficacia comunicativa di “debito buono e debito cattivo” – è stato l’invito rivolto dal premier anzitutto  alla “classe dirigente dell’Italia meridionale” chiamata a raccolta dal nuovo ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna. Le cifre snocciolate da Draghi hanno illuminato due specifici gap fra i tanti aggravatisi dal 1970 in poi fra le due Italie.

Se in mezzo secolo il Pil pro-capite del Sud è sceso dal 65% al 55% rispetto al Nord, hanno pesato in modo particolare due “incapacità” intrecciate: quelle appunto di spendere “tutte” le risorse rese disponibili dall’Europa; e quella di spenderle “bene”, anzitutto portando a termine i progetti. Di 47,3 miliardi di euro programmati nel Fondo Ue per lo Sviluppo e la Coesione dal 2014 al 2020, alla fine dello scorso anno erano stati spesi poco più di 3 miliardi, il 6,7%. Nel 2017, in Italia erano state avviate ma non completate 647 opere pubbliche e in oltre due terzi dei casi non si era nemmeno arrivati alla metà. Il 70% di queste opere non completate era localizzato al Sud.

Sbaglierebbe, però, chi vedesse nella “suasion”  di Draghi una ripresa pura e semplice di una fin troppo usurata “questione meridionale”. Un Premier che si esprime e opera a ritmo incalzante ma sempre con sguardo ampio e profondo anche ieri non ha affatto inteso parlare “del Sud al Sud”: ha parlato invece “dell’Italia a tutti gli italiani”, “dell’Europa all’Italia”, “dell’Italia all’Europa”.

Spendere tutto, spendere bene è il modo primo e principale per rendere “buono” e non “cattivo” il debito di 191,5 miliardi che l’Italia sta contraendo con l’Ue per finanziare la Recovery dell’intero sistema-Paese. Spendere tutto e bene è un imperativo categorico per tutte le istituzioni pubbliche nazionali: da quelle ai confini alpini a quelle nel Mediterraneo. È un impegno che il Governo Draghi nelle prossime settimane dapprima si assumerà di fronte al Parlamento e poi presenterà a nome del Paese alle autorità europee. 

Per il Sud è un impegno in più, ma di maggior valore: se il Sud saprà ripartire, tutta l’Azienda-Italia lo farà con più determinazione.

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