L’Italia si rialza. Basta guardarsi intorno. Dai ristoranti ai negozi. Dal traffico ai luoghi di vacanza. Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha parlato di una fase di “entusiasmo” per il Paese e il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha pronosticato un balzo del Prodotto interno lordo di oltre il 4 per cento nel 2021.
Il sistema-Paese si sta rimettendo in moto. Per capire se imboccherà la strada giusta non basterà tenere d’occhio il Pil. Così come non sarà sufficiente assicurarsi le ingenti risorse europee del Next Generation Eu.
Per tornare a investire, costruire, creare lavoro servirà riconquistare un bene ancora più prezioso: la fiducia. Non quella che naturalmente segna la fine di un incubo. Ma quella che rinsalda i rapporti tra le persone, fa uscire dall’isolamento, genera luoghi in cui sostenersi, aiutarsi, confrontarsi.
Da qui bisogna ripartire: dalla “vitalità sussidiaria” del Paese. La stessa che ha dato un contributo decisivo alla tenuta del sistema durante la pandemia, come rileva lo studio “Una società di persone?”, curato da Fondazione Astrid e Fondazione per la Sussidiarietà. La vitalità, ad esempio, del mondo del non profit, che coinvolge 10,5 milioni di italiani, è costituito di 375.000 associazioni, fondazioni e cooperative sociali, aumentate anche nell’ultimo anno.
Le ferite provocate dal Covid-19 nel tessuto sociale sono profonde. E si sommano ai problemi atavici della Penisola. I posti di lavoro spariti dal 2020 sono 814.000. La crisi ha acuito le disparità, tra cui quelle nell’accesso alle cure e nell’istruzione, come documenta il Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes).
Eppure, lo stesso Rapporto rileva l’aumento di individui che, pur preoccupati del loro futuro, sono molto soddisfatti della propria vita. Non sorprende che si tratti soprattutto di persone che vivono relazioni sociali e sentono di appartenere a delle comunità. Da qui bisogna ripartire.
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