Sembrerà paradossale, ma è questo – agosto – il momento in cui si decidono le sorti di un buon anno scolastico. Non tanto nei voti o nello sviluppo delle necessarie competenze, quanto nell’atteggiamento con cui affrontare il nuovo che arriva. In questo frangente dell’estate ogni genitore, infatti, ha la possibilità di aiutare i propri figli che vanno alle superiori a prendere una posizione nei confronti della scuola. Infatti ciò che decide un anno è il desiderio che ognuno matura nei confronti di quell’anno, è l’attitudine che mette in campo, scegliendo o meno di giocare la partita. Ecco allora dieci semplici consigli che, tra il serio e il faceto, ogni genitore può seguire per supportare i propri figli nel vivere l’anno in prima persona, senza sconti, ma con davanti tutto lo spazio della libertà.

1. Mai preoccuparsi con chi sarà in classe il proprio figlio, come se il bene che può arrivare dal nuovo anno dipendesse solo ed esclusivamente dall’esaudirsi dei nostri capricci. Se un ragazzo ha a cuore tanto questa questione, che si muova lui, che chieda lui alla scuola – con motivate ragioni – di fare qualche cambiamento.

2. Mai occuparsi di determinare l’elenco dei docenti dei propri figli. Infatti i presidi assegnano i docenti alle classi non per far vivere ai ragazzi esperienze terribili, ma secondo criteri di necessità e possibilità che non sono nelle discrezionalità di nessuno. E se con un professore le cose proprio non funzionano? Sarà quello il prof su cui si giocherà la maturità e la crescita di tutto il nuovo anno.

3. Non occuparsi dei libri di testo: se i vostri figli non se ne occupano, perché dovreste farlo voi? Quando si troveranno senza libri, vedremo finalmente come si muoveranno.

4. Anche se i ragazzi si ricordano dei libri da acquistare, evitate di comprarglieli voi. Che ci pensino loro a procurarseli con qualche lavoretto, che vedano loro che cosa tenere e che cosa buttare, che siano loro, eventualmente, a chiedervi la cifra che gli manca per procedere all’acquisto.

5. Siano i ragazzi a scegliere quali compiti fare, non vi impicciate, non chiedete né se li portano a termine né se li copiano… sono questioni loro, decisioni loro, che devono lambire noi adulti solo per le parti di nostra competenza.

6. Chiedete ai ragazzi di darsi una regola nello studio e – sulla regola che loro fissano – prendeteli tremendamente sul serio. I ragazzi chiedono fiducia, ma al contempo cercano serietà.

7. Non legate il successo scolastico a nessun premio (“Se prendi 8 ti prendo il motorino”) in quanto sapere è il vero successo, conoscere le cose è il premio che essi ricevono studiando, un premio da privilegiati.

8. Parlate con i docenti solo quando serve e se serve. Ricordatevi, infatti, la composizione delle squadre: voi genitori giocate con i prof, non con i ragazzi. Siete nel team degli adulti, non in quello dei capricci degli adolescenti (i quali, se non supportati dai genitori, di capricci ne fanno praticamente zero).

9. Sottolineate in maniera positiva tutte le situazioni di svantaggio che possono incrociare: la presenza di un disabile in classe, il lungo viaggio per andare a scuola, l’orario scomodo di entrata o di uscita… fate cogliere loro che è la fatica che ci fa crescere, mandando sempre in avanti i giovanotti qualora ci siano rimostranze da fare.

10. Non togliete mai un bene per punirli di un’inadempienza (“Siccome non studi, questa settimana non esci la sera” che è come dire che, siccome non sai stare dentro un legame, ti impedisco pure di coltivare i legami dove sai stare).

Questi pochi consigli (ce ne potrebbero essere altri dieci), aprono prospettive, orizzonti, responsabilità. Non chiudono affatto la partita della scuola o dell’educazione. Ma sono un inizio. L’inizio dell’anno che, in fondo, parte ad agosto.

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