Da oggi l’editoriale di Giorgio Vittadini diventa quindicinale. Nelle settimane in cui non appare l’editoriale sarà firmato da protagonisti della sussidiarietà nei più diversi campi del vivere e nei luoghi più differenti del mondo, scelti e introdotti, attraverso il sommarietto, dallo stesso Vittadini. L’intervento di oggi è di Giovanni Bruno, presidente del Banco Alimentare, che introduce la 26ª edizione della Colletta alimentare, un gesto che, secondo le intenzioni del cavalier Fossati e don Luigi Giussani, vuole educare gli italiani alla gratuità e alla condivisione con gli altri. Come dice Bruno, è una giornata in cui si può imparare che nella vita “l’attenzione al bisogno degli altri può essere il tratto fondamentale e costitutivo”.
“Viviamo una carestia di pace” ha detto recentemente Papa Francesco, rinnovando la sua preoccupazione e il suo appello, perché “la pace, di cui abbiamo tanto bisogno, si costruisce artigianalmente attraverso la condivisione” come aveva ricordato, a un mese dall’invasione dell’Ucraina, parlando con giovani studenti.
Ogni anno, ormai da 26 anni, riproporre la Giornata nazionale della Colletta alimentare è occasione per rinnovare innanzitutto la coscienza del bisogno che ognuno di noi ha, che ognuno di noi è.
Una giornata in cui in tutta Italia, davanti a 11mila supermercati, oltre 140mila volontari ricordano a se stessi e a tutti i concittadini che si può vivere avendo come fondamento dei rapporti, personali e sociali, la condivisione e la solidarietà, dove l’attenzione al bisogno degli altri può essere il tratto fondamentale e costitutivo.
E questo in qualunque circostanza ci tocchi vivere: con la pandemia che ci lascia più fragili e spaesati, con la guerra così vicina a noi che oltre a mietere vittime e generare profughi giunti anche nelle nostre città, provoca un impoverimento per tante persone generato dal crescere dei prezzi e delle bollette e una diffusa preoccupazione e incertezza per il futuro.
Certo, sarà importante anche quante tonnellate di cibo si riusciranno a raccogliere, perché purtroppo tanti si stanno aggiungendo ai 5,6 milioni di persone in povertà assoluta. Tra loro anche tanti minori, 1.400.000, stanno sperimentando nel nostro paese privazioni di vario genere e una condizione di povertà alimentare che è molto più del bisogno specifico del cibo, ma è spessissimo emarginazione, povertà educativa, vergogna, solitudine: tutti elementi che possono portare a fragilità psicologiche importanti e durature.
C’è bisogno di prossimità, di relazioni, di qualcuno capace di condividere, con il cibo, attenzione, tempo, cura. Questo fanno le persone delle 7.600 strutture caritative convenzionate con il Banco Alimentare e dal quale ricevono durante tutto l’anno prodotti alimentari recuperati e donati: a loro va quanto raccolto nella Giornata nazionale della Colletta alimentare di sabato 26 novembre
Facciamo allora un gesto concreto, insieme, e ci accorgeremo che davvero “la colletta fa bene a chi la fa”, come il più anziano volontario di Banco Alimentare e iniziatore della Colletta – 90 anni, ancora oggi in attività – sempre ci ricorda.
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