La sussidiarietà non ha confini e si estende a tutti gli ambiti del vivere. Elvira Parravicini, medico che lavora alla Columbia University di New York, ha dato vita a un programma che accompagna “mamme e famiglie nella loro scelta di onorare e festeggiare la vita dei loro bimbi, anche se questi bimbi hanno malattie incurabili” accettato e supportato dalla sua prestigiosa università e da medici e infermieri di tutte le culture. Il rispetto della vita diventa esempio ed esperienza.
Un grande esempio di sussidiarietà a livello internazionale è dato dal Neonatal Comfort Care Program (NCCP), servizio di Cure Palliative Perinatali alla Columbia University di New York. Questo programma è stato creato 15 anni fa col desiderio di accompagnare mamme e famiglie nella loro scelta di onorare e festeggiare la vita dei loro bimbi, anche se questi bimbi hanno malattie incurabili anche con tecniche mediche più avanzate e perciò avranno una vita molto breve.
Questo servizio è cresciuto logaritmicamente nel corso degli anni e ha aiutato centinaia di bimbi e le loro famiglie. Ma il team del NCCP non si è fermato semplicemente alla cura di tutti questi pazienti, che non è poco, ma ha desiderato, fin dall’inizio, che questo modello innovativo possa diventare lo standard per la cura di questi pazienti speciali in tutto il mondo. Perciò il team ha organizzato un Training internazionale virtuale cosi che medici e infermiere da tutto il mondo possano imparare questo approccio olistico di cura per il bimbo, e la sua famiglia.
Per questo training di 3 giorni (21-23 Settembre 2022), centinaia di operatori sanitari nel campo della perinatologia hanno chiesto di partecipare al training e 200 sono stati accettati. Questi partecipanti si sono collegati da 34 stati degli Usa e da 18 nazioni nel mondo. Il corso ha offerto lezioni e dei video-simulazione seguiti da un ampio spazio per domande-risposte cosi da creare un network di professionisti che generino una nuova visione del campo della medicina perinatale.
Alcune lezioni riguardano come fare il consulto prenatale coi genitori che aspettano un bimbo che avrà la vita breve ma non per questo meno preziosa. Il Team del NCCP sa, per esperienza, avendo incontrato centinaia di famiglie, che ogni genitore ama il suo bambino e lo vuole abbracciare e proteggere, per cui la conversazione coi genitori deve tenere presente questo punto essenziale e sostenere questo desiderio.
Altre lezioni trattano come dare conforto al bimbo nella sua vita breve, ma preziosa. Il team del NCCP sottolinea che tutto lo sforzo degli operatori sanitari è di assicurare bonding con la famiglia, la nutrizione cosi che il bimbo non soffra fame o sete e alleviare il dolore per ogni bimbo in modo personalizzato.
Il valore metodologico del “training” è testimoniato dai centinaia di commenti giunti dai partecipanti . Ad esempio:
“Questa è stata di gran lunga la migliore conferenza sull’argomento a cui abbia mai partecipato. L’obiettivo di affermare la relazione che i genitori hanno con il loro bambino è così innovativa e apprezzata”.
“Questa è stata una conferenza così sentita di cuore! Ogni operatore sanitario dovrebbe partecipare a questa conferenza per ricordarci della nostra umanità. Alla fine della giornata, noi lavoriamo per supportare le esigenze dei nostri pazienti”.
“Prima di questa conferenza evitavo come potevo le pazienti in sala parto che hanno avuto un bambino nato morto o con la vita breve. Ora, dopo il training, mi sento in grado di prendermi cura di quelle pazienti”.
“Questa conferenza è andata ben oltre le mie aspettative. Non mi aspettavo di provare la gamma di emozioni che ho provato o di raggiungere una conoscenza così approfondita di questa cura come ho fatto. Ho trovato l’approccio verso le famiglie incredibilmente attrattivo”.
Ma perché fare tutto questo e non semplicemente “lasciarlo morire” come una cosa da nulla e come purtroppo, si fa troppo spesso anche in ospedali accademici e altamente specializzati?
All’origine dell’approccio usato in questo programma innovativo sta la antropologia imparata da don Luigi Giussani e sperimentata per molti anni. Nel libro Il Senso Religioso Giussani insegna che ogni persona ha un cuore con dei desideri originali e amare il figlio anche a costo di soffrire è uno di questi. Insomma, si tratta di scommettere sul cuore dei genitori. Giussani spiega: “Una madre eschimese, una madre della Terra del Fuoco, una madre giapponese danno alla luce esseri umani che tutti sono riconoscibili come tali, sia come connotazioni esteriori, che come impronta interiore. Così, quando essi diranno ‘io’ utilizzeranno questa parola per indicare una molteplicità di elementi derivanti da diverse storie, tradizioni e circostanze, ma indubbiamente, quando diranno ‘io’ useranno tale espressione anche per indicare un volto interiore, un ‘cuore’ direbbe la Bibbia, che è uguale in ognuno di essi, benché tradotto nei modi più diversi”. (Giussani, Il Senso Religioso, capitolo 1)
Quando questa concezione diviene metodo e mostra la sua pregnanza alla realtà supera i confini del mondo cattolico o religioso e diviene comprensibile e condivisibile anche in realtà di valore scientifico mondiale guidato da persone che hanno concezioni completamente diverse come la Columbia University. Basta crederci e provarci…
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