Pnrr, i conti così non tornano

La casta dei burocrati e dei tecnici dei ministeri, dietro il paravento dei meccanismi, sta distogliendo fondi del Pnrr togliendoli al Mezzogiorno

Pitagora ammetteva alla sua scuola i discepoli sotto il vincolo del vegetarianismo e della segretezza. La matematica che insegnava era un arcano mistero fonte di potere. Determinava confini, misure e proporzioni e solo chi ne era in possesso poteva avvantaggiarsene. Non si sa molto della scelta alimentare ma della segretezza, la cui violazione comportava la morte, è rimasta traccia tra i suoi epigoni. Di certo una schiera di seguaci del matematico greco si deve essere impossessato dei nostri ministeri. Qualunque cosa si scriva nelle leggi, la matematica “ministeriale” riesce a sovvertire numeri e proporzioni giustificando i risultati dei conteggi con riservate e segretissime stime che spazzano via ogni vincolo legale.

Nonostante la sbandierata e propagandata decisione di spendere i fondi a venire del Pnrr almeno per il 40% nel Mezzogiorno ecco che ciascun dicastero, quando vengono fuori bandi, numeri e tabelle, riesce ad allocare le risorse in maniera del tutto difforme. Ultimo caso quello dei fondi per la ricerca affidati al Miur che, come raccontato ieri dal Mattino, partono con atto ufficiale, poi sparito, che prevede la distribuzione dei soldi secondo i numeri previsti dalle norme e poi si trasforma in un nuovo provvedimento che, arcanamente, trasforma le risorse destinate agli istituti di ricerca del Sud a poco più del 23%. Sembra che il bando sia stato cambiato quattro volte in 9 giorni prima di essere pubblicato.

E non è l’unica svista. Sembra che anche per i bandi in preparazione al ministero per le Politiche agricole il gioco sia identico. Sindacati e associazioni di categoria sono senza parole. I fondi, una volta fatte delle banali somme algebriche (capacità che anche i comuni mortali non adepti della scuola pitagorica posseggono) risultano sempre di molto inferiori al 40% promesso. Si annunciano in tutti i settori ricorsi, conflitti e contenziosi che sono fuori dalla porta delle stanze della burocrazia che ne risponderà, forse, solo dopo molto tempo. Quando arriveranno i consuntivi e tutto sarà compiuto.

Cosa sta accadendo? Semplicemente la macchina delle decisioni è a forte trazione lobbistica e le lobbies più potenti sono ben radicate nei centri di potere economico. Che, manco a dirsi, hanno radici e testa al Nord. A furia di spingere i numeri in un senso diverso riescono miracolosamente a rideterminare i saldi di spesa per i bandi e si avvantaggiano di quello che non gli tocca. Un accaparramento senza ritegno.

Può tutto ciò continuare senza che si intervenga? Probabilmente sì. I ministri sono attenti ai comunicati stampa e a fare propaganda in vista delle elezioni, piuttosto che ad esercitare un reale e concreto monitoraggio politico delle scelte. I tecnici hanno il pallino in mano e sanno benissimo come utilizzare la lezione di Pitagora. Calcoli riservati, stime, macro aggregati territoriali sono la giustificazione formale per una palese ingiustizia. Tanto il tempo è poco ed alla fine il mantra sarà “spendere, spendere, spendere”, senza troppo badare a dove si è speso.

Un danno enorme ed una ingiustizia grave che viene perpetrata ai danni dei cittadini. Di tutti i cittadini. Perché se un potere politico decide delle priorità non può e non deve la burocrazia piegare le decisioni che dovrebbe solo eseguire. Non sappiano quanto Draghi ne sia consapevole o quanto i singoli ministri se ne occupino. Certo le forze politiche non manifestano alcun interesse. Per non parlare dei cosiddetti governatori, sempre più politicamente rinchiusi nei loro fortini. Preoccupati di fare gli eroi della sanità, non hanno ancora avuto la capacità, quelli del Mezzogiorno, di attivare una struttura congiunta che verifichi che davvero il 40% dei soldi gli arrivino. In questi tempi di leaderismi locali l’ego vince su tutto, anche su di un così rilevante interesse collettivo. E neppure riescono a rendere pubblici i conti di ciò che gli spetta.

Solo il presidente Mattarella, con il forte richiamo alle diseguaglianze ed alla dignità come valore assoluto, potrebbe imporre al Governo di cambiare rotta. Il “deep state”, ovvero i burocrati che si sentono sopra le leggi, deve smettere quest’opera di scientifica e diretta distruzione del Pnrr. Essi sembrano agenti coperti al servizio di interessi che non vogliono dare al Mezzogiorno nulla, pur avendo usato il Mezzogiorno per avere tanto.

Purtroppo non sono coincidenze o errori, e neppure è un caso che la stampa, tranne rare eccezioni, faccia finta di niente e non ne parli. In fondo, come insegna Pitagora, la matematica del potere deve celarsi nell’ombra ed apparire incomprensibile affinché svolga il suo vero ruolo. Decidere ed indirizzare senza alcun controllo. Facendo credere che 40 è uguale a 23.

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