Quest’anno è stato boom delle vacanze. E si capisce, dopo due anni di clausura da pandemia. Buon per il turismo e per il relax degli italiani. Rilassarci è infatti decisamente lo scopo principale – i sondaggi concordano – con cui andiamo in ferie. Staccare la spina, eliminare lo stress accumulato nei mesi di lavoro e di vita “normale”. C’è anche chi chiede prestiti per andare in vacanza: quest’anno per 160 milioni, il doppio dello scorso anno. Mediamente 5.500 euro da restituire in quattro anni. Per dire quanto uno ci tiene.
Ma lo stress, a quanto pare, è una brutta bestia. Peggio di un coronavirus mutante, ecco la variamente Stress da vacanza che si aggira per lo Stivale e colpisce più di un italiano su due. L’ha detto anche il telegiornale e ne hanno parlato addirittura a Isoradio, tra un incidente a Roncobilaccio direzione sud e code sulla A14 in entrambe le direzioni.
Volendo documentarsi si scopre che la variante Stress da vacanza comprende tre sotto varianti: la pre-vacanza, la durante e la post. Si tratta soprattutto del genere stress da vacanza mare, essendo la spiaggia la meta preferita dall’80% dei vacanzieri.
Lo stress pre-vacanza comincia a primavera. Prendiamo solo la corsa contro il tempo per arrivare preparati alla prova costume. La dieta, d’accordo. Ma anche tutte le operazioni dettate dalla preoccupazione di come ci vedono gli altri quando siamo in costume, operazioni che quest’anno sono state tutte in crescita: cerette da depilazione +60% (+55% gli uomini), pedicure tradizionale +85%, trattamenti esfolianti per il corpo + 48%.
Lo stress “durante” viene prevalentemente alimentato da aspettative deluse. Per esempio voler stare di più coi figli o con il partner, e accorgersi che la convivenza non è così facile. Volersi divertire senza limiti, ma tutto costa da impazzire. Poi c’è lo stress da ritorno – code, finiti i soldi, pensiero che lunedì si torna al lavoro – che prelude allo stress post vacanza: ansie, malumore, depressione, irritabilità.
Siti web e settimanali specie femminili abbondano di consigli anti-stress, che se non bastano ci sono farmaci e psicologi. Un rotocalco femminile tra i più quotati, per esempio, offre un decalogo: disabilitare le email di lavoro, respirare aria fresca, dormire tanto, fare colazione non da soli, passare del tempo in famiglia. Questi i primi cinque comandamenti. Il sesto: non fate assolutamente nulla. Salto gli altri, a vado all’indicazione finale: scegliete aspettative realistiche per i mesi a venire.
C’è un altro dato interessante da prendere in considerazione: le vacanze non influenzano in modo significativo, né positivamente né negativamente, la vita familiare e non aiutano ad affrontare in modo più positivo il lavoro (55% sono insoddisfatti, 30% tristi, 16% arrabbiati; prevale la rassegnazione).
Il tempo della vacanza è quello in cui viene a galla quello che uno desidera veramente, che si vuole perché è un bene per sé. Il fatto è che oggi l’io è trascurato da noi stessi, la consistenza della personalità umana facilmente annichilita dalla pressione del contesto dominante e il desiderio frantumato da una serie di falsi bersagli. Così spesso consideriamo la vacanza come una parentesi, un vuoto, una pausa almeno nel prendere sul serio se stessi e la vita.
Ma c’è anche gente, e tra questa annovero me stesso, che torna non solo contenta di una bella esperienza vissuta e desiderosa di riprendere con maggior slancio e letizia la vita e gli impegni. Che sia una vacanza in montagna in compagnia degli amici di una comunità, che sia con la famiglia, o che sia una settimana al Meeting di Rimini per l’amicizia tra i popoli, magari lavorandoci come volontario.
Luoghi e occasioni in cui non si butta via il tempo libero ma si gusta e si impara ad amare la vita e il mondo. Ad ammirare la natura, a vivere con verità i rapporti, a rendersi gratuitamente utili, a compiere un sacrificio con gioia. Luoghi e occasioni che aiutano l’io a ridestare sé e il proprio bisogno di senso.
È una fortuna aver fatto l’incontro e aver avuto l’opportunità, nella vita, di fare vacanze così.
Comunque anche lo stress post vacanza può non essere sprecato se diviene occasione per farsi qualche domanda.
Come (draghianamente) dire: stress da vacanza buono.
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