Che il Cielo ci raggiunga lì dove siamo

È di nuovo guerra tra Israele e Hamas, che ieri ha attaccato a sorpresa lo Stato ebraico dalla Striscia di Gaza. L'uomo non si ferma, ma Dio ricomincia sempre

Razzi e incursioni, missili e bombe, droni e strategie, minacce e dichiarazioni di vittoria. Non si ferma l’uomo, gioca con il fuoco, in una diabolica complicità con l’omicida fin da principio. Non c’è terra che venga risparmiata, volto davanti al quale riconoscere la presenza di un Altro, situazione che induca ad abbandonare la strada senza uscita della guerra. Ognuno ha le sue scuse per continuare. Nessuno vuole essere il primo a smettere. Tutti vogliono sembrare vincitori.

Così guardiamo in televisione e leggiamo sui giornali resoconti drammatici, detti e non detti, delle spirali di violenza nel mondo. E poi c’è la nostra cattiveria quotidiana, fatta di invidie e ripicche, di incontri che finiscono con parole dette sottovoce nei corridoi mentre gli altri non guardano, di pranzi e cene che a tema hanno di tutto tranne che la vita vera, di arrivisti con i modi di fare di quelli diventati puri tutto d’un tratto, uomini e donne usciti dalla porta che fanno di tutto per rientrare da qualsiasi finestra… insomma, per ogni missile che tocca la terra altrui potremmo nominare uno dei nostri siluri che attacca il cuore dell’altro. La miseria dell’uomo è grande da far spavento.

In tutto questo scenario, però, c’è una cosa ancora più dirompente: Dio si è innamorato proprio di uomini e donne fatti così. Non perde tempo a richiamarci, non si scoraggia per la nostra maldestra insistenza, non distrugge la terra perché la stiamo rovinando. Dio ricomincia sempre. Con la pazienza di stanare anche il millimetrico spazio che la nostra libertà lascia alla sua opera, con l’amore di chi non si è pentito di averci scelto, armato solo del fascino della propria presenza, giorno dopo giorno, istante dopo istante, va costruendo il suo Regno.

Diceva don Giussani: “La frase più carica di sfida che abbia detto Cristo è stata quella che pronunciò in certe circostanze, quando disse: ‘Che importa se tu prendi tutto quello che vuoi e poi smarrisci te stesso?’ oppure ‘Che darà l’uomo in cambio di sé?’. Ecco, diceva Leopardi: ‘forse se avessi io l’ale da volar su le nubi e noverar le stelle ad una ad una, o come il tuono errar di giogo in giogo, più felice sarei, dolce mia greggia…’. Leopardi è vissuto 150 anni fa e l’uomo adesso è arrivato a salire oltre le nubi con i jet, numera le stelle ed erra di montagna in montagna; si può dire che dopo 150 anni sia più felice?”. Questa è la vera questione: che cosa ci rende veramente felici?

Davanti a questa domanda nessuno può barare a lungo. Non possiamo fare i furbi con le esigenze del nostro cuore. Sappiamo bene che la felicità non consiste nel raggiungere e spodestare il cielo con la nostra forza, ma nel permettere al Cielo di raggiungerci lì dove siamo. Esattamente dove siamo, non un passo avanti o uno indietro. Dove i nostri piedi sono fermi e bloccati, dove la nostra vita ci sembra arenata, dove il mondo è ottenebrato dalla violenza, lì c’è la possibilità di essere ripresi. È già accaduto e accade sempre. Questa è la pace. E inizia ogni mattina.

— — — —

Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.

SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI

Ti potrebbe interessare anche

Ultime notizie

Ben Tornato!

Accedi al tuo account

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

Recupera la tua password

Inserisci il tuo nome utente o indirizzo email per reimpostare la password.