L’apporto del settore sanitario privato di Regione Lombardia durante la pandemia è tra i casi-studio positivi raccolti nel rapporto “Engaging the private Sector in Delivering Health care and goods. Governance lessons from the COVID-19 pandemic“, presentato da OMS-EURO ed European Observatory on Health Systems and Policies alla 16a Conferenza Europea di Sanità Pubblica, svoltasi a Dublino nei giorni scorsi.
Nella sessione di presentazione del volume è stato illustrato il ruolo cruciale del settore privato in Lombardia durante tutta la pandemia. Dal 17 marzo al 30 marzo 2020 gli ospedali privati accreditati hanno messo a disposizione 4975 posti letto dedicati a pazienti COVID-19 (il 40% del totale regionale) e hanno portato i loro letti di terapia intensiva da 270 a 484, contribuendo a quell’incredibile incremento del 95% in soli 17 giorni, che ha fatto della Lombardia un esempio di sistema sanitario efficiente e resiliente.
L’apporto delle strutture di diritto privato è stato molto rilevante nei test per SARS-CoV-2; dei 46.901.043 tamponi eseguiti dall’inizio della pandemia a oggi, ben 27.600.010 (58,8%) sono stati eseguiti da laboratori e ospedali accreditati e dalle farmacie.
Anche nell’efficacissima campagna vaccinale del 2021 l’apporto del settore privato è stato indispensabile, grazie soprattutto ai due grandi Hub vaccinali privati (Gruppo San Donato e Humanitas), che assieme hanno somministrato oltre 1,1milioni di dosi.
Una novità importante avvenuta durante la pandemia è stato il coinvolgimento delle farmacie per prestazioni di sanità pubblica, prima con i test e poi con le vaccinazioni. Proprio questa novità è destinata a continuare, grazie all’importante accordo dell’agosto 2022 e al nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2023-25 che ha previsto l’inserimento delle farmacie tra i “nuovi” luoghi di inoculazione per alzare le coperture, ancora troppo basse negli anziani e nei soggetti fragili. Anche qui la Lombardia sta facendo da capofila in Italia con oltre 1.000 farmacie su 3.000 che stanno somministrando quest’autunno i vaccini anti-influenzali e anti-Covid.
Uno dei messaggi chiave della pubblicazione OMS è che, in tutta Europa, le esperienze del periodo pandemico non devono essere abbandonate e il dialogo tra istituzioni sanitarie pubbliche e il settore privato nell’era post-pandemica è vitale per rispondere alle esigenze dei sistemi sanitari al fine garantire la Universal Health Coverage (UHC), sempre declamata dall’OMS.
(scritto con la collaborazione di Marco Mastrangelo)
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