Chi ha detto che per cambiare la scuola occorre l’ennesima riforma che piove dall’alto? Senza nulla levare all’importanza della normativa, ecco l’esempio della creatività di una preside che capisce le esigenze e rinnova una scuola di grande tradizione. Cominciando da un ballo che è un forma originale di adozione delle Non cognitive skills.

Erano i primi mesi del mio nuovo lavoro quale Preside nel Conservatorio di San Niccolò di Prato. Ero ancora piena di stupore che mi fosse capitata un’avventura simile: dirigere una scuola dal Nido al Liceo, con una lunga attività educativa dal 1785, in un complesso monumentale datato 1321, con spazi interni ed esterni meravigliosi.

Una mattina di novembre i rappresentanti degli studenti liceali, mi chiedono il permesso di raccogliere le adesioni nelle classi per la cena di Natale. Mi interesso alla questione e mi dicono che faranno la cena in una discoteca dei dintorni. D’impeto faccio loro una proposta: perché non fate cena e ballo nelle nostre splendide sale settecentesche? Mi guardano sconcertati: sarebbe bellissimo, ma è impossibile che la scuola ce le dia! Mi impegno a chiedere al Consiglio di amministrazione. E lì giustamente le obiezioni sono tante: sono sale affrescate, soggette alle Belle arti… ti immagini dei ragazzi che fanno festa in quell’ambiente? E poi non vorrai mica permettere l’alcol!

Ribatto: ma perché vale la pena fare scuola se si tirano su persone del cui tempo libero si ha paura? Io so che il desiderio di felicità trova la sua strada quando qualcuno lo guarda con simpatia e non con sospetto. Mi danno l’ok.

Chiamo i ragazzi e dico loro che hanno la location più bella al mondo per la loro festa. Arriva la sera del ballo: resto a scuola a dormire, sognando titoli terrificanti sui giornali del giorno dopo. Ma non succede nulla, o meglio succede una festa meravigliosa: me ne ero accorta quando li avevo visti arrivare, bellissimi o quando, entrando nelle sale a cena per salutarli, mi ero accorta che i ragazzi parlavano sottovoce.

Quel ballo è diventato una tradizione che si ripete ogni anno: a Natale solo per gli studenti interni, a fine maggio all’aperto nei nostri splendidi Orti, con la possibilità di invitare anche gli esterni. La bellezza del luogo e la stima alla loro umanità hanno operato qualcosa di straordinario. Che si ripete quando andiamo in gita o facciamo un incontro, che rende intense le lezioni e interessante la vita.

E così un liceo che 6 anni fa era sull’orlo della chiusura, ha più che raddoppiato gli iscritti e ha due sezioni al biennio. E a settembre 2024 avremo una nuova sede, in un’ala quattrocentesca un tempo destinata al Noviziato monastico.

Una scuola tosta per chi ha voglia di impegnarsi con la sua umanità, fatta di conoscenza curiosa e di voglia di ballare.

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