Mezzogiorno di fuoco

Un incontro furi da ogni schema, quello della samaritana al pozzo. Quell'uomo aveva qualcosa di strano. Si parlarono. Era Lui l'acqua che lei cercava

Esce per prendere l’acqua al pozzo verso l’ora di pranzo, quando sugli altri fornelli l’acqua già bolle, la pasta sta per cuocersi diventando pasto: “Era verso mezzogiorno”. Nessuna, forte in materia di organizzazione familiare, si prende all’ultimo per andare al pozzo.

Lei, invece, se ne va quando le altre sono tornate: è stanca delle insinuazioni mentre le altre calano il secchio, dei bisbiglii dietro gli usci delle porte, dei non-detti raccolti per la via. “Non ho bisogno di sentirmi zoccola in ogni sguardo!” si sarà detta mentre il sole si alza sull’orizzonte, fino a farsi perpendicolare: “Era verso mezzogiorno”. Un’ora deserta al pozzo, l’ora degli imbarazzi, l’attimo di chi ama nascondersi, l’appuntamento con la vergogna.

Esce, dunque, da casa perché il petto reclama acqua da bere: non sa, anima bella, che non sarà dell’acqua che ha sete. Non l’immagina nemmeno, semplicemente va, vincendo quella riluttanza che le detta il giudizio della gente: “Guardala: ne ha cambiato un altro. Insaziabile, miseria!”. In città c’è chi ha sete d’acqua e c’è chi ha sete di maldicenze: ognuno fa il fuoco con la legna che ha. E così sia.

Aveva visto giusto: al pozzo nessuna donna sta calando dentro il secchio. Il deserto è abitato soltanto dalla fisionomia d’uno straniero: maschio, un giudeo di bell’aspetto, ha il brillìo negli occhi. L’avesse saputo, si sarebbe informata, lei ch’è esperta di maschi: “Fai attenzione a quel maschio giudeo, è un artigiano di brividi e batticuori”. Manco il tempo d’informarsi, invece, che Lui già le ha rapito l’interesse: “Dammi da bere”. Sarà per la voce erotica, per quello sguardo così magnetico, per il luccichìo che esala: lei, ch’è espertissima in materia, inizia a non capirci nulla, come stregata all’istante: “Tu, Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?”.

Ha un qualcosa di strano quest’uomo: “Ciò che si offre in sottobanco – è il solo pensiero che le riesce – si offre in tutte le vetrine”. Questo, invece, ha un modo di parlare, di guardare, di pensare ch’è unico: non ha nulla di tarocco. È uno sguardo che spoglia chi incontra – uomo o donna che sia – senza per forza sentirsi addosso l’umiliazione d’essere nudi. Poi, ma lei non può saperlo, in ogni vita in cui Dio penetra non esisteranno più incontri indifferenti.

Cristo va al cuore: “Va’ a chiamare tuo marito”. Cristoddìo, quando vuol fare l’arrogante con le frottole, è un cecchino. È il punto dolente, la causa per la quale esce a mezzodì, l’ansia. “Non ho marito”. La sentissero: “Ballista oltre che mala femmina. Ne ha a gogò” dicono. Non è bugia: “Hai avuto cinque mariti (più uno). Quello che hai adesso non è tuo marito”. Colpita e affondata.

Ha la carne che le vibra, col sole a picco ha la pelle d’oca, il cuore è il primo organo riproduttivo che le balza in mente: “Vedo che tu sei un profeta”. Non le chiede assolutamente di regolarizzare la sua situazione irregolare: va oltre. Le fa ciò che nessun uomo era riuscito a fare finora: le fa venir sete, invece che darle da bere al corpo. “Non sei battona, non ti giudico, chissà al tuo posto cos’avrei fatto”: “Hai detto bene (…) In questo hai detto il vero”.

Due complimenti così, in un colpo solo, mai nessuno glieli aveva fatti: apprezzarne l’onestà, quando tutti ne vedevano soltanto la menzogna, solo un profeta può essere. A redarguirla è capace il mondo intero: a intravedere la purezza in quella carne affittata a molti solo Lui è stato capace. Guardalo come se l’è portata a spasso per il suo paese dell’anima: “Dove hai quest’acqua viva? (…) Sono io che ti parlo!”. Conquistata.

Nemmeno lei, lucidandosi alla sera le labbra prima d’uscire, s’era mai vista così bella come in quell’attimo. Onesta, più che bella. Il Cristo, travestito da finto tonto al pozzo, si è complimentato per l’onestà del cuore: robe da cappottarsi dal ridere se non fosse che quest’ultimo uomo è in grado di sovrastare la memoria di tutti quelli venuti prima. Continuano a sparlare: “Eccolo il settimo!” Loro due, nel frattempo, iniziano a frequentarsi: “Non sei disordinata, amore mio” le dice.

Non era disordine: era solo un ordine che nessuno capiva. A parte Iddio.

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