Un quartiere di Palermo che più di altri sembra senza speranza per i suoi abitanti. Poi nove anni fa arriva un frate che comincia a diventare amico dei suoi abitanti e giorno per giorno genera un cambiamento visibile da tutti. Che questo umano rinnovato, che questa fede umilmente e tenacemente vissuta con altri fratelli uomini sia ovunque la prima mossa per una vera rivoluzione sociale?
Danisinni è uno dei tanti quartieri di Palermo, non solo degradato ma per anni dominato da fenomeni di mafia e violenza. Ma una particolarità lo rende ancor più emarginato: ha una sola via di accesso, perché si trova sotto il livello del mare, a causa dello sprofondamento del terreno dopo l’interramento di un fiume sottostante. Inoltre, ironia della sorte, si trova a 500 metri in linea d’aria dai “palazzi del potere”, quello dell’Assemblea regionale e quello del Governo. In tanti vi passano vicino, in pochi ne conoscono l’esistenza.
Gli abitanti sono poche migliaia e da sempre vivono in case basse, abbarbicate sul costone della montagna sempre in procinto di crollare, e in grotte riadattate scavate nei secoli nella roccia. Anche per questo è inutile cercare tra i vicoli un negozio di generi alimentari, una farmacia o una bottega artigiana. Per ogni necessità gli abitanti devono andare fuori.
La vera, unica e significativa novità è la presenza da una decina d’anni del parroco Fra’ Mauro Billetta, francescano, che valorizzando da subito le energie e la buona volontà dei parrocchiani ha messo in atto un’opera di riqualificazione che offre già copiosi frutti, soprattutto nelle relazioni sociali tra i residenti.
Ha iniziato dalla parrocchia che, oltre alle normali attività – catechesi, liturgia, carità – svolge un prezioso lavoro di aggregazione e promozione umana dei suoi abitanti. Le iniziative già in atto sono il Borgo Sociale, il Parcofattoria, e il Cortile del Buon Samaritano. In esse si svolgono molteplici attività di carattere aggregativo e ludico, soprattutto per i bambini. Vi sono accolti alcuni animali da fattoria e un tendone da circo, luogo per espressività artistiche e di momenti di svago per tutti. Nel parco fattoria si coltivano ortaggi di stagione con l’impegno di alcuni volontari e di ex detenuti in reinserimento sociale.
L’iniziativa più recente si chiama D.A.R. E. che si avvale dei fondi dell’Ottox1000 CEI, ed è gestito dalla Comunità di Danisinni ETS.
D sta per Danisinni; A sta per Arte, attraverso esperienze artistiche per rieducare alla cultura biblica del bello e del buono; R sta per Rigenerazione, attraverso interventi negli spazi urbani del territorio, promuovendo nuove possibilità di autodeterminazione delle persone, delle famiglie e della cornice locale; E sta per Eco-sostenibilità, un’esperienza di piccoli gesti quotidiani che rieducano all’uso critico delle risorse.
Il progetto mira a favorire la nascita di una start-up di persone in cerca di occupazione e/o provenienti dal circuito penale, con l’obiettivo di offrire un servizio integrato di manutenzione e abbellimento del verde, in cui è prevista la possibilità di fare delle istallazioni murarie in cartongesso, arricchite da composizioni realizzate attraverso stampanti in 3D, utilizzando le plastiche riciclate dai tappi di bottiglia, di sistemi di luci e suoni a basso consumo energetico o ancora attraverso l’ausilio di vernici speciali ecosostenibili ed ecocompatibili. È previsto anche un punto vendita dove offrire una consulenza per la progettazione, l’acquisto di un mezzo che possa offrire questo servizio in maniera itinerante, l’apertura di un sito internet.
Al centro dello spiazzo in cui si affacciano tutte le case e si parcheggiano numerose auto si erge un fabbricato avvolto da ponteggi che indicano una ristrutturazione in corso. Testimonia la ferita più grave inferta al quartiere: una scuola materna chiusa per volontà del Comune nel 2007 che rischiava di andare in abbandono. Gli abitanti in questi anni hanno evitato che fosse vandalizzata e solo l’anno scorso l’Amministrazione Comunale ha deciso di ristrutturarla. Tutti sperano che i bambini del quartiere vi possano entrare con l’inizio del nuovo anno scolastico. Ma forse il segno più grande della ripresa umana sta nel rinnovato interesse all’istruzione. Nel quartiere nessuno si era mai laureato e sulla dita della mano i contavano i diplomati alla scuola superiore. Per la prima volta una ragazzo si è iscritto all’università e cominciano a vedersi in modo meno episodico gli studenti alla scuola superiore.
Tutto questo è l’esito dell’azione di Fra’ Mauro e dei suoi amici che lo accompagnano, ma la cosa che più colpisce è il loro tratto umano. Nessuna rabbia o esaltazione, autocompiacimento: piuttosto uno sguardo pieno di speranza, una capacità di cogliere il benché minimo lucignolo fumigante, un realismo non cinico ma paziente, un lavoro quotidiano senza tregua, una capacità di incutere speranza, una carità che è dono di sé commosso. In lui e loro si percepisce che la fede non è un illusione, ma una gioiosa certezza. Il male c’è, continua a esserci nel cuore degli uomini e in tante loro azioni, ma la compagnia di quella Presenza sembra infinitamente più forte. Cristo è tornato a Danisinni.
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