Mentre infuriano nuove polemiche sul superbonus, il Governo è intenzionato a prorogare le agevolazioni per l’accesso dei giovani “under 36” al mutuo per l’acquisto della prima casa, ma con requisiti più stringenti (in particolare: con il limite di Isee abbassato a 30mila euro all’anno rispetto ai precedenti 40mila). La notizia appare decisamente cattiva, benché il Governo possa accampare i vincoli di una manovra 2024 stretta fra tassi in rialzo sul debito, emergenze contingenti (inflazione e recessione) e ripristino a breve dei parametri Ue di stabilità finanziaria.
È comunque evidente che il taglio a una misura di politica sociale per la famiglia come la garanzia pubblica ai mutui-casa per le giovani coppie si specchia sull’eredità pesantissima del superbonus 110: di cui peraltro nessuna forza politica dell’attuale maggioranza può essere ritenuta colpevole del varo. E l’enormità dell’errore politico-finanziario commesso dal Governo Conte-2 assume nuovi contorni grotteschi nel raffronto con il destino del fondo prima casa.
L’ultima cifra di cronaca sul superbonus è 37 miliardi: di “buco” (sic) secondo il Ragioniere Generale dello Stato. Ma i numeri del bilancio finale – com’è noto almeno da quando il Governo Draghi cominciò a frenare il superbonus – è assai più alto e pericoloso per le deboli finanze pubbliche italiane; e inquietante per la legalità economica del Paese sul cruciale terreno fiscale. Ed è certamente meno secondario o scolastico di quanto possa sembrare il confronto fra i cento miliardi e oltre di crediti fiscali generati dall’operazione superbonus e il mezzo miliardo stanziato negli ultimi due anni (2022 e 23) per il fondo prima casa.
È possibile discutere all’infinito (e probabilmente un confronto politico, accademico e mediatico si svilupperà a lungo) sul saldo reale dello stimolo superbonus per un’Azienda-Paese schiacciata dalla pandemia. E l’opinione pubblica sarà sempre divisa – a ogni livello – fra chi ha giudicato il superbonus esemplare della transizione ecoenergetica made in Italy e chi invece lo considera simbolo della peggiore “riverniciatura verde” dell’economia. Difficile però non avere dubbi su un Paese costretto a lesinare qualche decina di milioni alle giovani famiglie dopo aver messo in pratica la suggestione mediatica del lancio dagli elicotteri di decine di miliardi, per di più “dopati” al 110 per cento.
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