Circa 20mila passi al giorno. Questa è la media raggiunta durante la settimana del Meeting di tanti che come me hanno percorso in lungo ed in largo i padiglioni della fiera. Ho incontrato centinaia di persone che tenevano a condividere l’esperienza che stavano facendo attraverso la visita alle mostre, la partecipazione ad incontri, spettacoli, sport, così come nei dialoghi con amici lontani incontrati sulle piscine per una birra o un aperitivo assieme. Ovvero famiglie desiderose di raccontare quello che i loro figli stavano scoprendo. Una famiglia italiana che vive in Gran Bretagna da oltre 10 anni è solita passare qualche giorno al Meeting portando i quattro figli. Il più grande, di 9 anni, partecipa ad uno dei laboratori proposti al villaggio ragazzi e viene portato ad incontrare Alberto Burri attraverso un’opera ospitata nel padiglione C1. A pranzo racconta ai genitori quel che ha sperimentato e spiega Burri con un entusiasmo sorprendente.
Si incontrano compagni di viaggio lontani ma profondamente vicini, come Tolkien attraverso la lettura di Paolo Prosperi e Beppe Pezzini (a proposito, forse non tutti sanno che gli incontri del Meeting sono disponibili online) che accompagnano la platea fino alla profondità di termini come amicizia, compagnia, missione, amore.
Con decine di ospiti, anche non relatori, ho avuto occasione di visitare mostre e incontrarne i protagonisti. Mai come quest’anno sono state così numerose anche le personalità istituzionali che hanno passato almeno una mezza giornata ad incontrare (to meet, appunto) volontari e mostre pur in assenza di un loro intervento in sala o senza incontro con la stampa.
Ho avuto l’onore di introdurre ed intervistare il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. Dopo aver visitato alcuni padiglioni, durante l’incontro sono stati affrontati temi particolarmente importanti. A partire da quelli oggetto di delega specifica come la cibersecurity, l’intelligence, la prevenzione ed il contrasto alle dipendenze, purtroppo in grave aumento soprattutto tra i più giovani. Il sottosegretario ha risposto anche a domande relative alla cresciuta credibilità internazionale del Governo ed ha affrontato con profondità il tema dell’educazione, della difesa della famiglia tradizionale e l’affermazione del valore della persona. Sono i temi da sempre più cari al Meeting ed alla sua storia ed il giudizio emerso è consapevolmente condiviso e di buon auspicio per i futuri interventi.
Durante la settimana sono stati affrontati in numerosi incontri il tema dell’educazione, del lavoro, dello sviluppo economico e della famiglia/natalità. Il Meeting ha da sempre a cuore tutti gli aspetti della vita culturale, sociale, economica ed anche politica. Un interesse per la realtà tutta cui ci ha introdotto don Giussani e che viene continuamente educato nella strada che ci ha lasciato.
Per questo vengono messi a tema aspetti anche di cronaca politica ed istituzionale offrendo giudizi e testimonianze con le quali potersi confrontare come ipotesi per affrontare i provvedimenti più complessi. È avvenuto così ad esempio in un altro incontro, che ho potuto seguire nel dettaglio, sul tema dell’alluvione che ha colpito la Romagna nel mese di maggio. Il commissario Figliuolo, il sindaco di Ravenna De Pascale ed il presidente della Camera di commercio locale Battistini hanno accettato di confrontarsi con tre testimonianze: Lorenzo e don Leo di Lugo e Veronica di Forlì. È emerso un incontro lontano dalle critiche partitiche o corporative ed i protagonisti delle istituzioni hanno sottolineato l’importanza di un metodo per affrontare anche la ricostruzione, che possa partire proprio dalla ricchezza delle testimonianze sentite. Un primo esempio di quanto auspicato nella stessa giornata dal presidente Mattarella, che ci ha onorato della sua presenza e del suo messaggio: fate che speranza ed amicizia corrano anche sulle vostre gambe e si diffondano attraverso le vostre voci.
Sarebbe necessario molto più dello spazio a disposizione per descrivere quanto abbiamo potuto vedere nella settimana del Meeting. Ma un ultimo elemento ritengo fondamentale: ancor più che nelle passate edizioni, i volontari, circa 3mila, sono stati i primi testimoni di una amicizia inesauribile. Non il frutto di una professionalità o di innato spirito di solidarietà, ma l’adesione responsabile ad una proposta di amicizia che è diventata contagiosa. Di questo sono profondamente grato, prima e più dei numeri sorprendenti registrati nella 44esima edizione del Meeting.
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