Forse che la società del tempo, la loro società, aveva cercato in tutti i modi che si spegnesse l’incendio che ardeva nel cuore di queste persone. Loro, però, non si erano dati per vinti: “Nella cenere c’è ancora della brace, non molliamo: cerchiamo di ravvivare il fuoco!”. Fu per questo che, sentendo parlare della figura del Battista, si erano incollati alle sue calcagna: nel timbro della sua voce ribolliva un qualcosa che assomigliava troppo a ciò di cui aveva urgente necessità il loro cuore. Un qualcosa che aveva a che fare con il desiderio, l’esultanza, l’abbondanza.

Si erano affidati a quell’uomo burbero e luminoso come ci si affida a un maestro quando si vuole imparare uno strumento, oppure a nuotare, o una lingua sconosciuta. Vivendo assieme a Giovanni, poi, non si erano affatto pentiti della scelta fatta: “Fate attenzione, amici miei – sembra quasi di sentirlo parlare con la sua voce cavernosa -: attenzione che ogni santo giorno ci viene offerto un qualcosa capace di farci scoppiare il cuore di gioia. Occorre saperlo vedere, però!”.

Loro, prestando attenzione agli avvertimenti del Battista, tenevano gli occhi bene aperti, il cuore bene acceso. Il loro, quello che sentivano pungolare nel petto, era un desiderio fumantino: non era una semplice vogliuzza di passaggio, ma la nostalgia di un qualcosa che fosse in grado di appagare il loro cuore. Credevano alle parole del salmista: “(Il Signore) appaga il desiderio di quelli che lo temono: ascolta il loro grido e li salva” (Sal 144,19). Fosse stato per loro, già il Battista riusciva a tenere testa al loro cuore. Quando, però, un giorno Giovanni spinse il dito oltre il suo stesso naso – “Ecco l’Agnello di Dio! non ci pensarono due volte a inseguire il meglio: “Sentendolo parlare così, seguirono Gesù”. L’aggancio è riuscito! Siccome le parole di Giovanni per loro erano quasi vangelo, colsero la palla al balzo quando fece capire loro che, seguendo l’Altro, il cuore si sarebbe saziato di più: “Lui, non io: veloci, non perdete l’occasione! Non state qui a perdere tempo con me. È Lui che dovete seguire, vale molto più di me!”.

Lo beccarono lungo la vita. Si accorse di loro, forse, dal rumore dei sandali per terra. O, forse, aveva già fiutato l’aggancio scambiandosi l’occhiolino con il suo cugino. Sta di fatto che quando si volta, il suo volto è calmo e concentrato come un chiesetta in aperta campagna: “Che cosa cercate?” chiede. Una domanda è la sua prima risposta. Una domanda che è un doppio invito: “Cos’è che staziona giusto al centro del vostro cuore? Qual è il vostro desiderio più grande in questo momento?” Anche, però, un mettere in chiaro da subito le cose, per non creare facili illusioni: “Che cosa pensate di ottenere venendo dietro a me, ragazzi?”.

La risposta è un fuori-tema colossale: “Rabbì, dove abiti?”. Chissà: forse non sapevano nemmeno loro così bene quello che andavano cercavano, ma di sicuro sapevano molto bene quello che volevano fuggire: la mediocrità di una vita al ribasso. “Non male!”, deve avere pensato il Rabbì se disegnò loro uno di quegli assist che è anticipazione di un goal da far tremare lo stadio: “Venite e vedrete!Gambe in spalla e pedalare: non saprebbe che farsene di bambini che vogliono una cosa ma non le sue conseguenze. Lo seguono perché sanno bene, da uomini desiderosi quali sono, che il desiderio è ancora più forte quando è appeso a un filo. Eppoi, a ben pensarci, il momento del desiderio, quando sai che qualcosa è in procinto di accadere, è l’attimo più esaltante del quale il cuore possa avere memoria.

Quando incrocerà suo fratello Pietro, Andrea non riuscirà a essere geloso di quell’incontro da batticuore. Anzi: “Lo condusse da Gesù”. Che, per lui, aveva in serbo parole che fanno rimbalzare il cuore: “Tu sei Simone; sarai chiamato Cefa” (cfr Gv 1,35-42). Quella sera, probabilmente, Pietro si confidò con il fratello, a mo’ di ringraziamento per avergli presentato un Uomo così: “Sai, Andrea: ho la sensazione di avere incontrato Uno che d’ora in poi ci cercherà anche quando non vorremmo essere trovati”. E pensare che, quello, era un giorno qualsiasi. Cristo, però, spunta sempre così: come i finferli nella stagione secca, dopo una giornata di pioggia. All’improvviso, abbondante da toglierti la fame.

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